Nelle Americhe è allarme chikungunya. La Pan American Health Organization (Paho) ha diramato un'allerta su un aumento dei casi soprattutto nel Sud del continente americano. Nel 2022, sono stati registrati 273mila casi di infezione, un numero più che doppio rispetto al 2021; il numero di decessi è stato invece 7 volte maggiore (87). La tendenza sembra confermarsi anche nel 2023: nelle prime otto settimane dell'anno sono stati registrati 115mila casi e 33 morti. I Paesi più interessati sono Paraguay e Brasile.
Cos'è la chikungunya - La chikungunya è una malattia virale che viene trasmessa all'uomo da zanzare infette. Come riporta il sito dell'Istituto Superiore di Sanità, "la prima epidemia nota è stata descritta nel 1952 in Tanzania, anche se già nel 1779 era stata descritta un'epidemia in Indonesia, attribuibile forse allo stesso agente virale. Dopo un periodo di incubazione di 2-12 giorni si manifestano improvvisamente febbre e dolori alle articolazioni tali da limitare i movimenti dei pazienti (da cui deriva il nome chikungunya, che in lingua swahili significa 'ciò che curva' o 'contorce'), che quindi tendono a rimanere assolutamente immobili e assumere posizioni antalgiche. Altri sintomi includono dolore muscolare, mal di testa, affaticamento e rash cutaneo. Il dolore alle articolazioni è spesso debilitante, generalmente dura alcuni giorni ma può anche prolungarsi per alcune settimane. Inoltre, il virus della chikungunya può causare malattie acute, subacute o croniche".
"L'aumento dei casi e dei decessi per chikungunya rispetto ai numeri riportati negli ultimi anni si aggiungono alla contemporanea circolazione di altre malattie arbovirali, come dengue e Zika, che incidono sul sovraccarico dei servizi sanitari", spiega la Paho. "Queste tre malattie sono trasmesse dagli stessi vettori, Aedes aegypti e Aedes albopictus, presenti in quasi tutti i Paesi e territori della Regione delle Americhe".
Visto l'anomala intensità della trasmissione, la Pan American Health Organization ha invitato i Paesi dell'intero emisfero meridionale a intensificare le attività di prevenzione e controllo delle infezioni e rafforzare la capacità di risposta dei sistemi sanitari. Il timore è che l'impatto dell'infezione possa aumentare ulteriormente, anche a causa "dell'aumento del numero di persone suscettibili, dato che sono trascorsi 8 anni dall'epidemia del 2014, l'ultima grande epidemia di chikungunya nelle Americhe".