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Migranti, Silvio Berlusconi: "Decreto non risolutivo, ma è la direzione giusta"

Il leader di Forza Italia: "Il provvedimento dimostra, ancora una volta, che un grande Paese democratico come il nostro deve ritrovare la capacità di organizzarsi per fermare la ormai continuativa tratta di esseri umani"

Ansa

Per Silvio Berlusconi Il decreto sul tema migranti annunciato dal governo "non potrà forse essere risolutivo, ma va nella giusta direzione". È quanto ha affermato il leader di Forza Italia, sostenendo che il provvedimento "dimostra, ancora una volta, che un grande Paese democratico come il nostro deve ritrovare la capacità di organizzarsi per fermare la ormai continuativa tratta di esseri umani".

"Può farlo, ha aggiunto Berlusconi su Instagram - ritrovando l'autorevolezza internazionale necessaria per coinvolgere tutti i Paesi dell'Unione europea nella sacrosanta difesa dei confini meridionali del nostro continente e stipulando come Ue, con tutti i Paesi africani che si affacciano sul Mediterraneo, dei trattati che li impegnino a una rigorosa sorveglianza delle loro coste per impedire le partenze dei migranti".

"Questo è quello che il nostro governo attuò, tra l'altro con il mio personale impegno nei Paesi interessati, con il risultato di quasi azzerare gli arrivi di migranti in Italia. Nel 2010 furono soltanto 4.400". "L'immigrazione - ha proseguito Berlusconi - è un fenomeno epocale e inevitabile ma come tale deve essere governato e non subito".

"Umanità e fermezza sono i due principi che, insieme, hanno contraddistinto l'azione di Forza Italia quando è stata chiamata a governare il nostro Paese e continuano a esserlo ancora oggi, dopo che, ancora una volta, ci siamo ritrovati, attoniti, a piangere i bambini annegati a Cutro. "L'immigrazione - ha concluso il leader di Forza Italia - si governa rafforzando e semplificando le vie legali ma, al contempo, contrastando con determinazione le vie illegali, o quelle situazioni che dovremo continuare a perseguire fino a quando saremo finalmente capaci di azzerare le partenze e, di conseguenza, i caduti in mare".

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