Il settore dei trasporti, secondo il “Trasnsport and Environment Report” dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, è responsabile per il 25% delle emissioni di gas serra nel nostro continente. Ma i mezzi di trasporto non sono tutti uguali: il maggior responsabile di produzione di CO2 è il trasporto su strada (72%), seguito da quello marittimo (14%) e da quello aereo (13%). Il trasporto ferroviario, invece, è in assoluto il più “green”: le emissioni dirette rappresentano solo lo 0,4% del totale, e sono dovute solo ai treni con locomotiva diesel.
Ovviamente resta il problema delle emissioni “a monte”, quelle per la produzione dell’energia elettrica necessaria per far muovere i treni e per gestire le stazioni e la rete ferroviaria: per questo, nel nostro Paese, il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane guidato dall’AD Luigi Ferraris ha varato un piano per l’autoproduzione di energia – con un investimento complessivo di oltre 1,6 miliardi di euro – per contribuire all’obiettivo di raggiungere la carbon neutrality entro il 2040, dieci anni prima dei target europei.
Per l’immediato, entro il 2024, il Gruppo FS ha lanciato un bando europeo da 130 milioni di euro per progettare e realizzare nei pressi delle sottostazioni elettriche ferroviarie italiane 20 impianti fotovoltaici che genereranno oltre 300 MW. Il bando è suddiviso in 4 lotti: il primo, per un valore di 20 milioni di euro, prevede la realizzazione di impianti fotovoltaici nel comune lombardo di Ostiglia, a Padova, a Chivasso nel Torinese, e a Strassoldo e Pontebba nel Friuli-Venezia Giulia. Il secondo lotto, da 40 milioni, comprende le località centrali di Arezzo, Grosseto, Santa Severa, Avezzano, Benevento e Contursi. Altri 40 milioni di euro per il terzo lotto incentrato sulla Puglia, a Foggia, Brindisi, Nasisi e Lecce; e infine 30 milioni per le aree calabresi di Cassano allo Ionio, Mileto, Saline Joniche e per quelle siciliane di Contesse e Agira.
Entro ottobre, poi, verrà lanciato un nuovo bando per l’installazione di altri quaranta impianti dal nord al sud d’Italia: collegati direttamente ai sottosistemi delle gallerie Anas e alle sottostazioni elettriche di RFI, produrranno energia per la trazione dei treni. I luoghi dove sorgeranno fanno parte dei 30 milioni di metri quadrati di aree indicate come “non funzionali” alla rete ferroviaria o stradale e limitrofe alla rete di trasmissione per l’installazione di impianti di energia rinnovabile.
Con questi interventi (che consentiranno anche di riqualificare in ottica green immobili e terreni di proprietà del Gruppo FS) il maxi-piano punta ad autoprodurre energia pulita con la quale arrivare a coprire il 40% circa del proprio fabbisogno energetico.
FS consuma infatti il 2% della domanda di elettricità nazionale, ma il piano di autoproduzione permetterà al Gruppo di erogare una potenza di oltre 300 megawatt nel 2024 con l’obiettivo di raggiungere 2 gigawatt nel 2027. E le nuove strutture incrementeranno del 10% la produzione complessiva degli impianti di energia solare già installati oggi in Italia, riducendo contemporaneamente la dipendenza energetica del nostro Paese dai fornitori stranieri.
L’obiettivo carbon neutrality non coinvolge però solo i treni, ma anche tutte le strutture necessarie per il funzionamento della rete ferroviaria: un altro bacino per l’autoproduzione di energia è infatti rappresentato dalle officine di Trenitalia, capofila del Polo Passeggeri di FS. Queste strutture, nel corso del 2021, hanno raddoppiato la produzione di energia ad uso industriale grazie ai nuovi impianti fotovoltaici installati sui tetti delle officine di Verona, Torino Smistamento e Firenze Osmannoro. Ed entro il 2025, 24 officine FS, grazie all’installazione di impianti fotovoltaici e di mini-eolico, produrranno oltre 15 megawatt di picco (pari a 20mila megawattora all’anno). Sette di queste 24 officine utilizzano già impianti solari fotovoltaici e per la produzione di acqua calda, mentre altre 8 sono in fase di avanzata realizzazione.
E come per le officine, FS punta anche sui tetti delle stazioni per l’autoproduzione di energia. Gli investimenti in nuovi impianti fotovoltaici nelle stazioni riguardano l’individuazione e lo sfruttamento di grandi superfici, ma devono tenere conto dei vincoli tecnici e paesaggistici legati ad edifici di pregio storico e architettonico. In quest’ottica un primo intervento riguarda un maxi-parco fotovoltaico sulla copertura del nuovo parcheggio di Roma Termini: circa 2.100 pannelli solari e una potenza totale di 1 megawatt di picco a regime, che richiede un investimento di circa 2,7 milioni di euro e che si estende su una superficie di 10mila metri quadri.
Oltre al nuovo parcheggio di Roma Termini, diventeranno ecologiche nei prossimi anni anche molte altre coperture delle grandi stazioni per circa 50mila metri quadri complessivi, che garantiranno circa il 10% dei fabbisogni energetici delle stazioni. E durante il 2023 saranno avviati studi di fattibilità e di progetto per altre aree a Roma Termini, per la copertura del nuovo parcheggio di Napoli Centrale e per spazi a Firenze Santa Maria Novella.