Combinare artigianato, design, scienza e sostenibilità utilizzando i prodotti di scarto come nuova importante risorsa. Questo l’obiettivo alla base della sperimentazione di Thames Glass, un innovativo biomateriale simile al vetro realizzato miscelando i gusci macinati delle cozze del Tamigi, sabbia locale e cenere di legno con un processo che ricorda la classica tecnica di soffiatura del vetro. L’ideatrice è la ricercatrice e artista Lulu Harrison, classe 1993, che ha sviluppato il suo progetto durante il Master Material Futures del Central Saint Martins College of Art and Design di Londra. Progetto trasformato poi in realtà grazie alla collaborazione con un gruppo di architetti londinesi del Bureau de Change.
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I materiali impiegati non sono solo di scarto ma anche locali. I gusci utilizzati sono infatti quelli delle cozze quagga, una specie originaria del bacino del Mar Nero, quindi non autoctona del Regno Unito, che vengono forniti direttamente da Thames Water, la società di servizi pubblici impegnata nella pulizia dei fondali del Tamigi che abitualmente rimuove queste cozze invasive per evitare danni alle tubature dell’acqua. Ai gusci viene dato quindi un nuovo valore economico ed ecologico, fungendo allo stesso tempo da coloranti naturali per le opere di biovetro. Il risultato? Una serie incredibile di oggetti d’arredo e design che ricavano ricchezza dai rifiuti e si propongono come progetto fondamentale per un’economia sempre più circolare.
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