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#ioleggoperché entra nei nidi di aree fragili di Lombardia e Piemonte

Presentata alla Bologna Children’s Book Fair l’indagine AIE e Fondazione Cariplo a cura dell’Università di Bologna sul progetto

Ufficio stampa

Servono più libri a disposizione di educatori e piccoli nei nidi per contrastare le diseguaglianze, specie nelle aree più fragili del Paese. Il 70% degli educatori che operano nei nidi in aree disagiate della Lombardia e delle province piemontesi di Novara e Verbania-Cusio-Ossola dichiara di essere costretto a portarsi i libri utilizzati nei giochi e nelle attività formative con i bambini da casa. Grazie al progetto pilota #ioleggoperchéLab Nidi, organizzato dall'Associazione Italiana Editori in stretta collaborazione con Fondazione Cariplo, 250 nidi di queste aree delle due regioni hanno potuto far crescere la dotazione delle loro biblioteche del 50%, coinvolgendo oltre settemila bimbi e 1.250 educatori in attività con ed attraverso i libri. Sono i risultati dell'indagine condotta dall'Università di Bologna - Dipartimento di Economia, a cura del professor Antonello Scorcu, e dall'Ufficio studi di Aie, presentati il 6 marzo, nel giorno d'apertura della Bologna Children's Book Fair.

I dati documentano i primi esiti dell'iniziativa #ioleggoperchéLab Nidi, che ha il supporto dell'Osservatorio bibliografico Nati per Leggere, dell'Università di Bologna e della Bologna Children's Bookfair.

I libri presenti nei 250 nidi sono passati, grazie al progetto, da 11.238 (stima) a 16.417, con una crescita percentuale del 46,6%. Nel 66,3% dei casi sono stati usati per raccontare storie, nel 40,1% per permettere ai bambini 0-3 anni di prendere confidenza con l'oggetto libro, per il 35,4% per imparare a riconoscere persone, animali, cose, per il 25,6% per associare le parole al loro significato/concetto, per il 19,2% per vedere le illustrazioni (erano possibili massimo due risposte).

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