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Siccità, Coldiretti: è allarme in Italia per circa 300mila imprese

Assediate dalla sete sono soprattutto le aree del Centro Nord con la situazione più drammatica che si registra nel bacino della Pianura padana

Allarme siccità per Coldiretti: solo in Italia sono circa 300mila le imprese agricole che si trovano nelle aree più colpite dall'emergenza che riguarda in gran parte dell'Europa, dalla Francia centrale e sud-occidentale alla Spagna settentrionale fino alla Germania meridionale, ma anche parti significative della Grecia settentrionale e meridionale della Bulgaria e gran parte della Turchia. 

Il dato emerge sulla base della mappa europea del programma Copernicus che mostra allarmi e allerte sulla bassa umidità del suolo in molte parti meridionali del Continente con effetti sull'ambiente, sull'agricoltura e sugli usi civili. Il fiume Po è a secco e al Ponte della Becca (Pavia) si trova a -3,2 metri rispetto allo zero idrometrico, con le rive ridotte a spiagge di sabbia come in estate, secondo l'ultima rilevazione della Coldiretti mentre In Germania, le acque basse del Reno ostacolano il traffico commerciale costringendo le barche dirette verso l'Europa centrale a caricare a metà capacità, e in Spagna a Barcellona sono state adottate limitazioni per innaffiare i parchi.

Ma la situazione "è preoccupante - continua la Coldiretti in una nota - soprattutto per le forniture alimentari con la siccità che ha colpito le principali economia agricole dell'Unione Europea, già in difficoltà per gli elevati costi di produzione spinti dalla guerra in Ucraina". In Italia a essere assediate dalla sete sono soprattutto le aree del Centro Nord con la situazione più drammatica che si registra nel bacino della Pianura padana, dove nasce quasi un terzo dell'agroalimentare made in Italy e la metà dell'allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo.

Dalla disponibilità idrica dipende la produzione degli alimenti base della dieta mediterranea, dal grano duro per la pasta alla salsa di pomodoro, dalla frutta alla verdura fino al mais per alimentare gli animali per la produzione dei grandi formaggi come Parmigiano reggiano e il Grana padano e i salumi più prestigiosi come il prosciutto di Parma o il Culatello di Zibello. Senza parlare del riso le cui previsioni di semina prevedono un taglio di 8 mila ettari e risultano al minimo da 30 anni.

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