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Microsoft-Activision, affare in discesa: l'Ue potrebbe approvare l'acquisizione

Le ultime concessioni fornite dall'azienda di Redmond avrebbero convinto la Commissione Europea a dare il via libera all'affare da 68,7 miliardi di dollari

Ufficio stampa

Sono giorni decisivi per l'affare tra Microsoft e Activision Blizzard: la chiusura della transazione da 68,7 miliardi di dollari, che porterebbe a una grossa crescita per la divisione Xbox del colosso di Redmond, potrebbe essere più vicina grazie all'apparente convincimento da parte della Commissione Europea. È quanto sostengono fonti molto vicine a Reuters, che sottolineano come le recenti concessioni garantite dell'azienda americana abbiano reso più probabile l'approvazione dell'acquisizione.

È da oltre un anno che si parla dell'affare tra Microsoft e Activision Blizzard King: l'acquisizione miliardaria, che porterebbe tutti i brand e gli studi del gruppo californiano all'interno della scuderia Xbox, è da mesi sospesa in un limbo a causa delle investigazioni che i maggiori enti antitrust globali stanno portando avanti per valutare l'effetto sul mercato.

Fonti molto vicine alla Commissione Europea avrebbero rivelato ai microfoni di Reuters che l'accordo tra Microsoft e due "rivali" del calibro di Nintendo e NVIDIA sia stato decisivo nell'opera di convincimento che la società americana sta portando avanti da mesi. L'antitrust europea non dovrebbe dunque avanzare alcuna pretesa, al contrario dell'ente CMA che si occupa di valutare l'andamento del mercato britannico: Microsoft non sarà costretta a cedere Call of Duty e gli studi di sviluppo che lavorano alla saga sparatutto per procedere all'acquisizione, perlomeno non dall'Unione Europea.

Il verdetto definitivo da parte della Commissione Europea è fissato per il 25 aprile, e il potenziale riscontro positivo da parte dell'ente antitrust del vecchio continente potrebbe avere un effetto domino su tutto il resto: qualora dovesse effettivamente arrivare l'approvazione da parte dell'ente regolatore europeo, il gruppo britannico CMA e quello americano FTC potrebbero essere più inclini a dare il via libera all'acquisizione, ponendo fine a una soap opera che dura ormai da gennaio 2022.

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