Covid, la Procura di Bergamo: "La zona rossa avrebbe evitato 4mila morti | Fontana non segnalò a Conte criticità ad Alzano e Nembro"
Il pm: "Brusaferro impedì l'adozione di misure anti-Covid". I parenti delle vittime hanno ringraziato la magistratura: "Per tre anni nessuno ci aveva ascoltato. Ora si riscrive la storia"
In merito all'inchiesta Covid, la Procura di Bergamo osserva che "andava attuato il piano pandemico". E il procuratore Antonio Chiappani spiega: "Il nostro problema è stato sì quello del mancato aggiornamento del piano, e questo riguarda un lato ministeriale, ma anche la mancata attuazione di quegli accorgimenti preventivi già previsti nel piano antinfluenzale comunque risalente al 2006. Se la zona rossa fosse stata estesa sin da subito si sarebbero evitate oltre 4mila morti". Il pm dice inoltre che Fontana non avvisò Conte di "criticità" ad Alzano e Nembro. E accusa il direttore dell'Iss Silvio Brusaferro di aver impedito l'adozione di misure anti-Covid. I parenti delle vittime hanno ringraziato i magistrati. Intanto l'ex premier pentastellato dribbla i giornalisti: "Parlerò nelle sedi giudiziarie, no a show mediatici".
"La zona rossa avrebbe evitato 4mila morti" In un'imputazione per epidemia colposa di cui rispondono anche l'ex premier Giuseppe Conte e il governatore lombardo Attilio Fontana, la Procura di Bergamo ha scritto che gli indagati con le loro decisioni avrebbero causato "la diffusione dell'epidemia" in Val Seriana; con un "incremento stimato non inferiore al contagio di 4.148 persone, pari al numero di decessi in meno che si sarebbero verificati" se fosse stata "estesa la zona rossa a partire dal 27 febbraio 2020".
Inchiesta Covid Bergamo, pm: la zona rossa avrebbe evitato 4mila morti
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