I migranti viaggiano schiacciati nella stiva di grandi barche a vela o pescherecci arrugginiti in viaggi della disperazione che possono durare anche una settimana, con poco cibo e poca acqua, dopo avere pagato i trafficanti migliaia di euro. Secondo l'agenzia dell'Onu per i rifugiati (Unhcr), solo nell'ultima settimana 695 persone sono arrivate illegalmente dalla Turchia in Calabria. Lo scorso anno erano oltre 15mila su più di 105mila quelli arrivati illegalmente in Italia via mare, quasi il doppio rispetto al 2021.
La rotta italiana - La Turchia ritiene che la "rotta italiana" sia legata ai respingimenti di migranti provenienti dalla costa turca che la Grecia ha cominciato a mettere in pratica sempre più frequentemente in anni recenti, a partire dal 2019 dopo la vittoria in Grecia di Kyriakos Mitsotakis. Non riuscendo più a raggiungere facilmente le isole greche, scelgono un viaggio più lungo, e per questo motivo anche più pericoloso, cercando di approdare nell'Italia meridionale, superando la Grecia continentale da sud e passando nei pressi dell'isola di Creta, dove lo scorso novembre un peschereccio con 500 migranti stipati è stato messo in salvo dopo avere lanciato una chiamata di emergenza alla Guardia costiera greca a causa del vento fortissimo che rendeva la navigazione impossibile.
La Turchia contro la Grecia - Ankara contesta regolarmente i comportamenti di Atene, denunciando le navi della guardia costiera greca che fermano i migranti in arrivo dalla Turchia e li lasciano in balia del mar Egeo: secondo i guardiacoste turche nel 2022 in oltre 18mila sono stati bloccati dalla Grecia. "Quando ci sono respingimenti, le navi che vanno nel mare Egeo virano la loro rotta verso l'Italia", aveva detto il ministro dell'Interno turco Suleyman Soylu già alla fine del 2021, facendo sapere che quell'anno Ankara era riuscita a bloccare 8.000 migranti diretti in Italia.
Chi sono i migranti che partono dalla Turchia - Tra quelli che partono dalle coste turche ci sono ancora alcuni degli oltre 3 milioni e mezzo di siriani che vivono in Turchia come rifugiati dopo essere fuggiti negli scorsi anni dal conflitto nel loro Paese ma la maggior parte dei migranti provengono da altri Paesi, come l'Afghanistan tornato nel 2021 sotto il controllo dei talebani. Altri provengono dallo Yemen, dalla Palestina e da vari Paesi africani tra cui Congo, Nigeria, Eritrea, Somalia ma anche dall'Iran, dall'Iraq e dal Pakistan, come chi era nell'imbarcazione naufragata a largo della riva di Steccato di Cutro, nel crotonese, in Calabria. Utilizzano la Turchia come ponte per tentare di raggiungere l'Europa ad ogni costo pur di lasciarsi alle spalle una vita di violenze o conflitti in corso nei loro Paesi di origine. Secondo rappresentanti dell'International Organization for Migration (Iom) dell'Onu incontrati sulla costa turca, sono centinaia le persone che tentano ogni giorno di lasciare la Turchia per raggiungere l'Unione europea mentre erano diverse migliaia nel 2015 quando ci fu un esodo di migranti in fuga dalla guerra in Siria.
I trafficanti e i costi dei "viaggi" - I trafficanti non solo soltanto cittadini turchi ma anche ucraini e russi. Secondo le testimonianze di chi è riuscito ad arrivare in Italia, i costi del viaggio sono esorbitanti e possono arrivare anche 8.500 euro per gli adulti e 4.000 per i bambini, molto di più di quello che si paga per tentare di raggiungere le isole greche. Le zone da dove i migranti partono sono spesso tra le località balneari più note della costa turca dell'Egeo, come ad esempio i dintorni di Bodrum ma anche Ayvalik, di fronte all'isola di Lesbo, Datca, Cesme e Urla, in provincia di Smirne.