PER NORMALIZZARE LE RELAZIONI

Borrell: "Dai leader di Serbia e Kosovo sostegno alla proposta Ue"

Dopo cinque ore di negoziati i leader dei due Paesi si sono detti pronti a lavorare per normalizzare le proprie relazioni. Ma la strada è ancora lunga

© -afp| Josep Borrell, Esteri

Josep Borrell, Alto rappresentante Ue per la politica estera, ha annunciato che il presidente serbo, Aleksandar Vucic, e il premier kosovaro, Albin Kurti, hanno espresso il proprio sostegno in linea di principio alla proposta franco-tedesca, per normalizzare le relazioni tra Serbia e Kosovo. La proposta è stata fatta propria dall'Unione europea. Borrell lo ha affermato in un punto stampa al termine dell'incontro di alto livello tenutosi lunedì a Bruxelles nel quadro del dialogo Belgrado-Pristina.

Con l'annuncio di Borrell uno spiraglio di luce arriva dopo mesi di buio. Dopo le tensioni inaspritesi come conseguenza dell'invasione russa in Ucraina, da Bruxelles riparte la locomotiva dell'integrazione europea dei Balcani occidentali. E lo fa cominciando dal suo anello più debole, il Kosovo, uscito indipendente dalle guerre degli anni Novanta e mai riconosciuto dalla Serbia, che a dicembre scorso ha presentato ufficialmente richiesta per entrare in Ue.

Il primo risultato dei negoziati -

 Dopo più di cinque ore di negoziati, l'Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, ha annunciato il sostegno da parte del presidente serbo, Aleksandar Vucic, e del premier del Kosovo, Albin Kurti alla proposta franco-tedesca, fatta propria dall'Ue, per normalizzare i rapporti tra i due Paesi. "Vucic e Kurti hanno concordato che non sono necessarie ulteriori discussioni" sul testo, ha spiegato il capo della diplomazia europea al termine dell'incontro, plaudendo all'"atteggiamento responsabile" mostrato dai leader del due Paesi. L'intesa, che per i "serbi in Kosovo significa sicurezza, certezza e prevedibilità", dovrà pero' essere finalizzata a marzo, quando verrà discusso il protocollo di attuazione all'accordo che, ha spiegato Borrell, ne è parte integrante.

Vucic: "Necessari altri incontri in futuro" -

 Ma il presidente serbo Aleksandar Vucic ha parlato di un "incontro difficile" a Bruxelles con il premier kosovaro Albin Kurti e i mediatori europei Josep Borrell e Miroslav Lajcak. E in dichiarazioni al termine della riunione collegiale, ha detto di ritenere che saranno necessari altri incontri in futuro per fare passi avanti. Il primo, ha aggiunto, sarà il 18 marzo in Macedonia del Nord a margine di una missione dell'Alto rappresentante Ue Borrell nella regione.

L'impegno del governo Meloni -

 La proposta, planata sul tavolo dei negoziati nello scorso settembre, gode del sostegno di Washington, come testimonia la presenza dell'inviato Usa per i Balcani occidentali, Gabriel Escobar, volato a Bruxelles per sostenere le trattative. Ultima in ordine temporale ad aver assunto un ruolo decisivo nei negoziati è l'Italia. Il governo di Giorgia Meloni, spiegano fonti europee, ha profuso "un forte impegno politico e personale" per far progredire il dialogo tra Serbia e Kosovo e stabilizzare così la regione dei Balcani, una delle principali rotte migratorie verso l'Europa.

I dettagli della proposta Ue -

 Il testo, che sarà pubblicato a breve, dovrebbe includere diversi elementi, dal rispetto dell'integrità territoriale, all'inviolabilità dei confini, che costituiscono un riconoscimento de facto del Kosovo da parte della Serbia. Resta l'incognita della creazione di un regime speciale per la minoranza serba in Kosovo. Un punto su cui le autorità di Pristina e Belgrado avevano già convenuto negli accordi di Bruxelles del 2013 e rimasto finora lettera morta.

Il freno messo da Mosca -

 Ad ostacolare il processo, Mosca, alleata di Belgrado, che per bocca del suo ambasciatore in Serbia Aleksandar Bocan-Harchenko, ha avvertito che "non è il momento per affrontare la questione del Kosovo", fino a quando, sostiene, "Russia e Occidente non avranno stabilito un nuovo ordine mondiale". Un ordine sulla cui definizione Ue e Usa intendono giocare d'anticipo con una mossa che strappi i Balcani a Mosca e Pechino.