"Frankenstein Junior" torna nei cinema per tre giorni. Dal 27 febbraio all'1 marzo tutti gli appassionati del capolavoro di Mel Brooks, che nel 2024 compirà 50 anni, potranno partecipare all'evento "Frankenstein Junior Night": serate speciali dove gli spettatori potranno presentarsi vestiti come gli indimenticabili protagonisti del film pronti a recitarne le battute salienti e a rivivere su grande schermo le scene entrate nella leggenda. Nelle sale italiane saranno inoltre disponibili materiali visuali per scattare il proprio selfie accanto al poster celebrativo e speciali allestimenti a tema.
Uscito nel 1974, "Frankenstein Junior" rappresenta l'apice creativo del genio comico di Mel Brooks. Figlio della fruttuosa collaborazione con un Gene Wilder in stato di grazia, autore insieme a Brooks del soggetto e della sceneggiatura, "Frankenstein Junior" è un'opera perfetta da qualunque angolazione la si guardi, dal bellissimo bianco e nero in cui fu girata per arrivare al cast in stato di grazia, tanto nei protagonisti che nei comprimari: Gene Wilder è infatti solo la punta di un iceberg composto da talenti come Marty Feldman, Cloris Leachman, Peter Boyle, Teri Garr e Madeline Kahn. Senza contare il cameo strepitoso di Gene Hackman. Mel Brooks ha poi costruito un film ricco di citazioni e riferimenti agli horror originali degli anni 30, inserendo numerose scene e personaggi che richiamano esplicitamente sequenze dal "Frankenstein" di James Whale, ma anche da "Il figlio di Frankenstein" e "La moglie di Frankenstein".
Un adattamento capolavoro -
Ma se "Frankenstein Junior" è entrato nel mito da noi, è anche per merito di un adattamento perfetto che ha superato le difficoltà di tradurre i giochi di parole inglesi con traduzioni diverse ma capaci, in molti casi, di rendere alcune battute persino più esilaranti di quelle della sceneggiatura originale. Un esempio su tutti, la scena mitica in cui Igor (anzi... Aigor) dialoga con il dottor Frankenstein (anzi... Frankenstin) affermando "Lupo ululì e castello ululà", che in originale era invece tutta giocata sull'equivoco tra la parola "werewolf", ovvero lupo mannaro, e "there wolf" ("il lupo è là"). Il tutto interpretato da doppiatori come Oreste Lionello e Gianni Bonagura capaci di caratterizzare mirabilmente i personaggi a loro affidati. La "Frankenstein Junior Night" è anche l'occasione per rinverdire il mito del film presso le nuove generazioni che magari non hanno ancora avuto modo di conoscerlo e apprezzarlo.
Per prepararsi meglio all'evento, ecco 10 curiosità su "Frankenstein Junior":
- Ispirandosi ai classici horror degli anni 30, per accentuare il colorito grigiastro della creatura, Mel Brooks fece truccare Peter Boyle con un pesante cerone blu-verde.
- Il laboratorio del dottor Frankenstein è stato ricostruito con gli stessi macchinari utilizzati nel "Frankenstein" originale del 1931. Questo grazie al loro creatore, Ken Strickfaden, che li aveva conservati e che Mel Brooks rintracciò.
- Inizialmente Teri Garr avrebbe dovuto interpretare Elizabeth, la fidanzata del dottor Frankenstein, mentre Madeline Kahn era candidata al ruolo dell'assistente Inga. Alla fine le due attrici si scambiarono i ruoli. La Garr convinse Brooks di essere in grado di interpretare Inga improvvisando un accento tedesco ispirato alla curatrice delle parrucche di Cher, con cui aveva lavorato qualche anno prima.
- Il cervello che Igor viene incaricato di rubare è quello di un tale "Hans Delbrück, scienziato e santo". Nella realtà è esistito un vero Hans Delbrück, politico e storico militare tedesco vissuto nel diciannovesimo secolo, il cui figlio Max fu un biochimico premio Nobel per la medicina nel 1969.
- Nel film Mel Brooks inserì molte citazioni da vero cinefilo. Per esempio le ombre della creatura riflesse sulle mura della città transilvana sono un omaggio a Fritz Lang, Friedrich Murnau e agli impressionisti tedeschi.
- Un altro omaggio da cinefilo è quello a Orson Welles e alla sequenza iniziale di "Quarto potere" che viene citato all'inizio del film con il castello inquadrato in lontananza e la cinepresa che si avvicina lentamente a una finestra con una luce accesa.
- La battuta in cui Igor, una volta giunti al castello, pronuncia il nome Blücher per far nitrire di terrore i cavalli, non era scritta sul copione originale ma fu improvvisata da Marty Feldman.
- Anche la gag della gobba semovente di Igor fu un'idea di Marty Feldman che spostò la protesi di nascosto per diversi giorni fino a quando gli altri membri del cast se ne accorsero.
- Venuto a sapere del progetto Gene Hackman, amico di Gen Wilder, chiese se ci fosse un ruolo anche secondario per lui. Gli fu assegnato quello dell'eremita cieco, ultimo personaggio rimasto libero.
- La rockband degli Aerosmith ha scritto uno dei suoi brani più famosi, "Walk This Way", ispirandosi alla battuta che Igor rivolge al dottor Frankenstein durante il loro primo incontro alla stazione ("Segua i miei passi").