TOUR EUROPEO AL VIA

I Maneskin fanno il pieno di entusiasmo a Torino: "Per noi è un nuovo inizio"

La band romana ha suonato in un Pala Alpitour gremito da un pubblico di tutte le età, tra i successi più noti e i brani del nuovo album. Tgcom24 c'era

di Massimo Longoni

© Elena Di Vincenzo

I Maneskin dopo la data zero di Pesaro si godono un bagno di folla al Pala Alpitour di Torino e inaugurano nel migliore dei modi la tranche europea del loro "Loud Kids Tour 2023" con una importante iniezione di entusiasmo. Il quartetto romano ha presentato uno show di quasi due ore, gran parte delle quali trascorse a tutto volume e con il piede sull'acceleratore. Un concerto costruito in gran parte sui brani del nuovo album "Rush!" ma in cui non sono mancati i successi come "Zitti e buoni", "Beggin'" e "Coraline". Ora il gruppo affronterà alcune date tra Olanda, Belgio, Germania e Francia per poi tornare in Italia dal 16 marzo.

Per i Maneskin dopo la prova del terzo disco è il momento dell'atteso tour nei palazzetti, più volte rimandato per il Covid e per i diversi impegni internazionali. Lo dice lo stesso Damiano al termine della serata: "Siamo emozionati perché per noi è come un secondo inizio, il primo tour vero qui dopo il Sanremo che ha cambiato tutto". Ed Ethan aggiunge: "Siamo in rodaggio, tempo due o tre date e tutto sarà perfetto"

Quel che è certo è che il "Loud Kids Tour" sicuramente mantiene quello che promette a partire dal titolo. "Loud" lo è di sicuro con volume per buona parte delle due ore di show al di sopra dei 100 decibel e un impatto sonoro che non lascia indifferenti. L'intento è chiaro: dimostrare quanto si sbaglino quelli che ritengono che la band si fregi quasi abusivamente dell'etichetta di rock band. 

Una produzione internazionale -

 L'attacco è di quelli pensati per mettere subito in chiaro le cose: "Don't Wanna Sleep", "Gossip" e "Zitti e buoni" vengono sparate una dopo l'altra per scaldare i dodicimila del Pala Alpitour e riescono nell'intento. La produzione è importante ma al tempo stesso minimale. Niente visual, scenografie imponenti o effetti speciali da baraccone. Il palco è vuoto, con un fondo nero, con giusto la batteria di Ethan sopraelevata rispetto al resto e due schermi laterali, il minimo sindacale per vedere meglio le performance dei quattro. Il resto è affidato tutto a un'imponente struttura semovente di oltre 150 metri che regge i 300 corpi illuminanti dell'impianto luci appesi sopra le teste della band. In assetto base ricorda l'incrociatore imperiale di "Star Wars" salvo scomporsi e ricomporsi in continuazione creando nuove soluzioni per creare cascate di luci che inondano il gruppo in modo sempre diverso.

In apertura di concerto Damiano avverte il pubblico che parlerà poco perché si trova a disagio a incitare la gente in italiano, però con l’andare dello show non manterrà il suo proposito. A dire il vero non ci sarebbe nemmeno troppo bisogno di pungolare la gente a urlare e fare casino perché l'entusiasmo è palpabile e spontaneo. Tanto su "Beggin'", il brano del gruppo più ascoltato al mondo e che Damiano introduce come "la canzone che abbiamo suonato talmente tante volte che ha rotto il cazzo a noi e a voi", tanto sui brani di "Rush!" non pubblicati come singoli e quindi, in teoria meno noti. La formula del gruppo d'altro canto, con strutture di canzoni assolutamente riconoscibili e basiche, permette di lasciarsi andare anche senza conoscere i pezzi a memoria. E in quanto all'esecuzione non c'è dubbio che i quattro sappiano tenere il palco con una carica di energia che tiene alta l'adrenalina dall'inizio alla fine.

Un pubblico di tutte le età -

 "Gasoline", probabilmente il pezzo migliore di "Rush!" è accompagnato dall'unica vera trovata scenografica, ovvero delle colonnine in fiamme che compaiono prima dietro la batteria di Ethan e poi davanti al microfono di Damiano. Segue un momento intimo con Damiano e Thomas da soli su un palchetto secondario a cantare "Torna a casa" (unica superstite dall'album d'esordio "Il ballo della vita"), "Avere vent'anni" e "Amandoti". Quest'ultima, essendo un brano dei CCCP poi riportato al successo da Gianna Nannini, fa cantare con i lucciconi anche chi vent'anni non li ha più da un pezzo. Sì, perché le migliaia di spettatori che riempiono il palazzetto coprono diverse generazioni, in un range che spazia con naturalezza dai 10 ai 60 anni. Per recuperare i decibel persi con l'intermezzo acustico si riparte con un solo di Ethan e Victoria che, mentre dà il tempo ai due compagni di rientrare sul palco principale, fa da preludio a "I Wanna Be Your Slave" durante la quale Damiano prende in prestito da Billie Eilish il giochino di fare accosciare il pubblico per poi farlo saltare di colpo e scatenarsi sull'assolo di chitarra. Idea originale o meno che sia, il risultato è di grande effetto. 

In tour fino alla prossima estate -

 Il set si conclude con un'infilata di brani da "Rush!": "Feel", "Mark Chapman", "Mammamia" e l'ironica e punkeggiante "Kool Kids". Per quest'ultima, per dare un tocco diverso all'ultimo brano, vengono fatti salire sul palco alcuni fan che si possono scatenare direttamente a stretto contatto con Vic e soci. C'è tempo ancora per "The Loneliest" introdotta da un lungo assolo di Thomas e seguita da una seconda esecuzione di "I Wanna Be Your Slave", che chiude così il concerto con un vero e proprio bis, una rarità ormai. Se la band dopo aver fatto il giro del mondo avesse avuto qualche dubbio sull'accoglienza tornando a casa per il primo vero tour (se si eccettuano le date uniche dell'anno all'Arena di Verona e al Circo Massimo), questo debutto non può che rincuorarla. "I biglietti per questo tour erano stati venduti ormai molto tempo fa e alla gente avrebbero anche potuto fare schifo le nuove canzoni - dice Victoria dopo lo show -. L'energia del pubblico ha sorpreso anche noi, solo in Brasile abbiamo trovato qualcosa di simile". Ed è solo l'inizio: fino al 12 maggio i Maneskin gireranno in lungo e in largo i palazzetti di tutta Europa, con altre tredici date in Italia, e poi la prossima estate sarà la volta degli stadi.