Non era da cravatta, Maurizio Costanzo. Ma sempre, come nell’immaginario collettivo, in abito e camicia. Scuro, blu o gessato, il primo. Praticamente sempre azzurra, la seconda. Uno stile classico, senza tempo, sempre adatto. Se fare tv è un po’ come entrare nelle case degli italiani senza bussare, anche vestire in maniera appropriata diventa allora una forma di rispetto nei confronti dei telespettatori.
Maurizio Costanzo, da uomo di televisione, questo lo sapeva bene. Dalle circa 4.500 puntate del suo Show più famoso e seguito, andate in onda da un teatro, il Parioli di Roma, agli studi televisivi: in tutta la sua carriera è rimasto sempre fedele ai suoi iconici baffi e a uno stile sobrio ma non ingessato, che più che formale si potrebbe definire garbato. Talmente classico da passare inosservato, per dare consistenza ad altra sostanza: la professionalità, l’intelligenza, la dedizione, la costanza. E a quant’altro ha contribuito a farlo entrare nel cuore di chi lo seguiva e lo ha amato. Un pezzo di memoria collettiva e di patrimonio condiviso che ha accompagnato nel tempo intere generazioni di italiani, che ora lo salutano con riconoscenza e affetto.