L'inchiesta sull'omicidio di Alatri si arricchisce di un nuovo capitolo. Dopo il maxi blitz e le perquisizioni per scovare la pistola e lo scooter utilizzati dai due killer del 19enne Thomas Bricca, fonti investigative riferiscono di almeno un indagato. L'inchiesta è coordinata dalla Procura di Frosinone e condotta dai carabinieri e il riserbo resta massimo.
Le indagini -
Bricca è stato ucciso da uno sparo al volto la sera del 30 gennaio all'esterno di un bar, di fronte a decine di testimoni. Come riporta il Corriere della Sera, sono diverse le persone a dichiarare di conoscere i responsabili del delitto. Si tratta di due fratelli di 22 e 24 anni, che nei giorni precedenti erano venuti alle mani con il gruppo della quale faceva parte il presunto vero bersaglio dei proiettili esplosi: un 21enne di origine marocchina, che ha confermato la tesi degli inquirenti.
La dinamica -
Lo scambio di persona sarebbe stato determinato dal fatto che Thomas Bricca indossasse un giubbino bianco, proprio come il bersaglio originario dell'agguato. Nessuno ha potuto vedere in faccia gli assassini, i cui volti erano coperti da casco integrale e che sono riusciti a fuggire in pochi attimi. Le scarse immagini delle videocamere di sorveglianza non hanno fornito certezze e le prime 48 ore di indagini, di solito decisive per casi di questo tipo, non hanno portato i risultati sperati.
Il maxi blitz e le perquisizioni -
Il maxiblitz scattato il 20 febbraio ha visto impegnati i carabinieri nella zona delle "Fraschette", un'area dove ci sono ancora i resti di un campo di internamento di epoca fascista. È lì, tra i ruderi dei capannoni, che i militari hanno concentrato la loro attenzioni, in cerca dell'arma che potrebbe definitivamente dare l'accelerata decisiva alle indagini. Si tratterebbe di una pistola a tamburo. Ipotesi compatibile con il fatto che non siano stati trovati bossoli sul luogo dell'omicidio. I carabinieri hanno passato al setaccio l'intera zona anche con l'ausilio di un'elicottero e di unità cinofile. Contemporaneamente sono scattate anche le perquisizioni nei confronti di alcune persone ritenute coinvolte con l'omicidio. Si tratterebbe degli stessi individui che, a un paio di giorni dalla morte di Thomas, si presentarono in caserma dai carabinieri per chiarire la loro posizioni e fornire un alibi. Gli stessi che sono stati accusati dai testimoni oculari.