L'inchiesta

Rigopiano, "Le Iene" nel 2019: tutti sapevano del pericolo

Secondo l'inchiesta del programma di Italia 1, diverse segnalazioni arrivate ore prima della valanga sarebbero state ignorate

La tragedia di Rigopiano si poteva evitare? Già nel 2019 il programma "Le Iene" aveva cercato di fare luce sul crollo dell'hotel che il 18 gennaio 2017 aveva provocato la morte di 29 persone. La trasmissione di Italia 1 era partita dalle segnalazioni arrivate in prefettura diverse ore prima che la valanga investisse la struttura, in cui - a causa dell'inagibilità delle strade - risultavano intrappolate 40 persone.

Il filmato della Iena Roberta Rei si concentrava quindi su alcune telefonate che non solo non avevano portato a un intervento immediato da parte dei soccorsi, ma che sarebbero addirittura sparite nel nulla per ben 22 mesi.

"Sono andato dal delegato del comune, che mi ha indicato di telefonare alla prefettura - spiega Matteo Di Domenico, volontario che durante quel tragico 18 gennaio aveva risposto a uno degli appelli del cameriere dell'hotel Gabriele D'Angelo - Alla prima chiamata nessuno ha risposto, mentre dopo 25 minuti hanno risposto che non se ne occupavano loro e mi hanno passato la provincia".

"Abbiamo cercato di gestire tutte le emergenze che abbiamo incontrato - aveva quindi spiegato l'ingegner Verna - Io mi sono messo a disposizione, mi è stato ordinato dal mio comandante di andare sul posto. Sono arrivato alla Croce rossa di Penne e ci siamo organizzati per fare al meglio il nostro lavoro". Ma di fronte alla domanda sui brogliacci su cui erano annotate le telefonate di D'Angelo, l'ingegnere non aveva dato risposta. 

A sei anni dalla tragedia, giovedì 23 febbraio si è concluso il processo di primo grado, che vede tre condanne e 27 assoluzioni. Due anni e otto mesi per il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta; tre anni e quattro mesi a Paolo D'Incecco e a Mauro Di Blasio, entrambi funzionari della Provincia di Pescara.

Sentenza che crea scompiglio in aula, con i parenti delle vittime che hanno dato sfogo alla loro indignazione urlando: "Vergogna. Ingiustizia è fatta. Assassini, venduti, fate schifo".