Giovani e social, la percezione digitale di sé genera ansia? Ecco il progetto SatisFace dell'Università San Raffaele
Rischi e potenzialità della manipolazione fotografica sugli adolescenti e sulla propria immagine emergono da una ricerca incentrata per la prima volta sul viso "postato" sulle piattaforme online
L'affermarsi della rivoluzione digitale sta provocando profonde trasformazioni nel rapporto che gli individui in generale, e i giovani in particolare, intrattengono con la propria immagine. L'immagine digitale consente, con un semplice smartphone, di produrre, memorizzare, modificare e condividere, a costi irrisori, migliaia di foto, nella maggior parte dei casi costituiti da ritratti e autoritratti (selfie). Ogni minuto, milioni di visi sono fissati in fotografie digitali, soggette a un makeover virtuale praticato dagli utenti o incorporato negli stessi dispositivi fotografici, un ritocco che riguarda, da una parte, la preparazione reale del viso (dal make up, al botox, fino alla chirurgia estetica), e, dall'altra parte, la sua manipolazione virtuale (dai filtri, agli algoritmi di editing, fino ai software di modifica dell'immagine). Tutti questi passaggi sono strettamente legati tra loro e si influenzano reciprocamente, con effetti amplificati dalla possibilità di condividere la propria immagine tramite i social media, che estendono il confronto dai modelli classici di bellezza (di stampa, cinema e tv) alla comparazione tra pari (peer to peer). In alcuni casi ciò può produrre disturbi psicologici se non vere e proprie patologie, ma anche nuove forme poco studiate di relazioni sociali che costituiscono altrettante opportunità offerte dalla rivoluzione digitale.
Adolescenti e social: i numeri, i pericoli e i consigli
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