Nel Gruppo Stellantis il Marchio tedesco ha un futuro solido e a confermarlo è il numero uno dell’Azienda attraverso un’intervista rilasciata ad Automotive News. Gli stabilimenti tedeschi vanno a pieno regime e il periodo difficile sembra essere alle spalle.
I tre passaggi di proprietà -
Il marchio Opel ha trascorso tantissimi decenni sotto il controllo della General Motors, che ha condotto il Brand tedesco dal lontano 1931 e fino al 2017, quando PSA, con un accordo raggiunto a una cifra di 2,2 miliardi di Euro portò Opel nei suoi ranghi. L’acquisizione gli consentì di diventare il secondo Gruppo automobilistico più grande d’Europa. Oggi è uno dei 14 marchi di Stellantis ed è considerato da Uwe Hochgeschurtz un brand di “grande valore”, così grande che all’interno del Gruppo “Opel è e rimarrà, come tutti gli altri marchi Stellantis, un Marchio indipendente”. Uno dei punti di forza di Opel sono gli stabilimenti tedeschi ed ecco il motivo di tanta considerazione.
Stabilimenti a pieno regime -
Il centro di progettazione Opel di Russelsheim e lo stabilimento di Eisenach, entrambe in Germania, vanno a pieno regime, il primo in particolare è un vero e proprio fiore all’occhiello per Stellantis. Hochgeschurtz è convinto che in questi impianti il lavoro non mancherà: “le capacità di sviluppo sono elevate. Siamo in grado di sviluppare molti modelli di successo come Corsa, Mokka o Astra.” Questa strategia fa sì che per il futuro sarà necessario impiegare a pieno regime i due stabilimenti e la forza lavoro al loro interno. Tra l’altro, la fabbrica di Russelsheim, vicino a Francoforte, avrà il compito di dare vita ai modelli Opel/Vauxhall Astra e DS 4, mentre sulle linee a Eisenach nasce la Grandland che, proprio come ha sottolineato il numero uno di Stellantis per l’Europa, è “un veicolo di grande successo con un portafoglio ordini molto elevato.”
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Le difficoltà sono alle spalle -
Il 2022 per Opel è stato leggermente in flessione e le quote di mercato sono scese al 3,8% dal 4,1%. I problemi sono noti a tutti e lo stesso Hochgeschurtz spiega come la carenza di microchip e i problemi logistici abbiano creato delle difficoltà alla vendita: “avevamo i clienti, avevamo le auto finite, ma non sono arrivate a destinazione. I problemi logistici hanno colpito i produttori di volumi più di altri. La capacità di trasporto è stata limitata a causa della mancanza di camionisti.” È evidente però che, nonostante il 2022 di difficoltà, Opel oggi ha uno stato di forma diverso, in positivo rispetto alle performance che il Marchio ha fatto registrare (in perdita) per tantissimi anni. Dall’intervista ad Automotive News si ricavano altre due notizie. La prossima Opel Insignia sarà un modello totalmente nuovo rispetto alla vecchia generazione ma ancora non si sa dove verrà prodotta, nonostante il suo debutto sul mercato avverrà il prossimo anno. Infine, gli sforzi di Opel si registreranno maggiormente in Europa, per cui l’espansione verso altri mercati, come ad esempio la Cina, al momento non è contemplata.
Chi è Uwe Hochgeschurtz -
Ha studiato economia aziendale in Germania (Wuppertal e Colonia), nel Regno Unito (Birmingham) e in Francia (Paris Dauphine). Ha iniziato la sua carriera nel 1990 in Ford, prima di approdare in Volkswagen nel 2001 e in Renault nel 2004. Per la Casa francese è stato ceo di Renault Germania, Austria e Svizzera, poi è stato nominato ceo del marchio Opel, subentrando a Michael Lohscheller.