Superbonus, Pichetto: "Imprese a rischio, lavoriamo sui crediti" | Giorgetti: far sgonfiare bolla 19 mld crediti edilizia | Bombardieri (Uil): "Manca confronto"
"Le aziende hanno in pancia più di 15 miliardi di credito verso lo Stato e non riescono a incassare", ha affermato il ministro dell'Ambiente, "come governo, dobbiamo agire per evitare il loro fallimento". Rixi: "Allo studio intervento di Cdp"
Sul Superbonus "la grande questione è data dai crediti incagliati". Secondo il ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, "il problema è che le imprese hanno in pancia più di 15 miliardi di credito verso lo Stato e non riescono a incassare. Un credito che potrebbe determinare il fallimento di queste imprese". Il ministro ha quindi garantito che "siamo pronti come governo a chiedere una valutazione". Per il segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri, però, sulla questione è mancato un confronto e per questo "non escludiamo lo sciopero".
"Misura non poteva durare un eterno" -
"Il Superbonus ha avuto una funzione importante per la ripresa post Covid, ma una misura al 110% non può avere una durata eterna, pesando quindi sui bilanci dello Stato. Come governo, dobbiamo agire perché tutti i crediti di imposta 'in pancia' alle imprese, in molti casi, potrebbero determinarne il loro fallimento - ha spiegato -. A breve, incontrerò i rappresentati delle categorie di settore per confrontarci e capire in che modo questo sistema debba essere corretto".
Bombardieri (Uil): "Nessun confronto" -
La Uil si aspettava un intervento sul settore dell'edilizia, ma "non con queste tempistiche", e soprattutto "attraverso un confronto con le organizzazioni sindacali". Lo ha detto il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ricordando che "su questo intervento ci sono in ballo oltre 120mila lavoratori, ma il presidente Meloni sceglie di incontrare solo le associazioni datoriali e non i rappresentanti dei lavoratori". Il numero uno della Uil ha agitato lo spettro dello sciopero: "Ci mobiliteremo contro il decreto Superbonus, non escludiamo lo sciopero". "A noi sembra che questo Governo riesca ad essere molto forte quando deve intervenire su Opzione donna o sulla rivalutazione delle pensioni, ma poco quando deve discutere con le banche sulla cessione del credito. Le nostre proposte le avevamo e ci aspettavamo un confronto. Invece si è scelto di procedere con decreto e senza alcun dialogo", ha evidenziato.
"Così si mette a rischi il settore dell'edilizia" -
Bombardieri ha aggiunto che "in Europa la maggioranza ha votato a favore della conversione green. E' ovvio che servisse procedere in tal senso anche in Italia, ma occorreva fare distinzioni come per esempio tra chi è in grado di pagarsi lo sconto in fattura e chi no. Il ministro Giorgetti dice che l'investimento sui superbonus avrebbe avuto un costo di 2mila euro a persona. Noi, allora, ci domandiamo: quanto sono costati a persona gli investimenti fatti fino a ora sulle aziende? Gli investimenti dello Stato durante la pandemia hanno portato a una ripresa del settore dell'edilizia - ha concluso - adesso con il decreto superbonus il rischio è che si rifermi di nuovo tutto".
Giorgetti: far sgonfiare bolla 19 mld crediti edilizia -
"La soluzione che noi cerchiamoè sull'intero ammontare dei crediti, 110 miliardi di euro.
L'urgenza ora è sullo stock dei crediti che in base alle rilevazioni dell'agenzia delle entrate fanno riferimento alle imprese del settore edilizio, che hanno l'esistenza a oggi di 19 miliardi circa di crediti 'incagliati'. Lo sforzo che noi facciamo oggi e nei prossimi giorni con i tavoli tecnici è come
far sgonfiare questa bolla". Lo ha detto il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti durante il tavolo a Palazzo Chigi sul nodo dei crediti del superbonus.
Rixi: "Allo studio intervento di Cdp" -
Sulla questione è intervenuto anche il viceministro al Mit, Edoardo Rixi, parlando a margine del convegno 'Rigenerazione Urbana: oltre il passato la nuova Liguria'. "Un intervento di Cdp è una delle ipotesi allo studio", ha detto. "È evidente che chi si occupa della finanza pubblica in un Paese la prima cosa che deve fare è riavocare a sé tutti i crediti per capire quanti sono da pagare - afferma - Dopodichè l'intenzione del governo è far fronte al pagamento nei confronti delle imprese, cosa che a oggi era bloccata comunque, perché le banche non intendevano più pagare i crediti temendo per i loro bilanci".