EyeToy: il primo controller fuori dagli schemi di PlayStation
Vent’anni fa, Sony lanciava su PlayStation 2 una delle sue periferiche più singolari (e a suo modo rivoluzionarie) della storia dei videogiochi
Alle soglie del lancio di PlayStation VR2, la nuova scommessa di Sony in ambito di realtà virtuale, è un buon momento per ricordare il tentativo avvenuto vent'anni fa con cui l'azienda propose un modo innovativo d'interagire col mondo dei videogame. Nel 2003, nel bel mezzo del ciclo vitale di PS2, Sony lanciò infatti la sua webcam EyeToy, assieme a un set di giochi che fanno a meno del controller per usare... tutto il corpo.
Dietro il progetto troviamo Richard Marks, ingegnere che, una volta valutata la potenza computazionale della console, ha pensato che fosse sufficiente per utilizzarla assieme a una telecamera USB e proporre così un modo nuovo di giocare.
L’idea piace molto a Phil Harrison, allora vicepresidente del reparto Ricerca e Sviluppo di Sony Computer Entertainment Europe, che decide di avviare il progetto. Ecco che nel luglio del 2003 arriva nei negozi EyeToy, stilosa webcam da collegare a PlayStation 2, venduta in coppia con EyeToy Play, una ricca compilation di ben dodici minigiochi che spaziano da esperienze musicali ad attività molto più buffe, come la pulizia delle finestre e persino una simulazioni di furfante che deve introdursi in un edificio senza far scattare gli allarmi.
Tanti giochi diversi (alcuni davvero molto semplici) che hanno in comune l’abbandono del controller in favore del corpo stesso del giocatore, inquadrato dalla telecamera EyeToy e sfruttato per interagire con gli elementi su schermo. La periferica è molto elementare per tipologia d'interazioni - tutte limitate, in pratica, a una mappatura bidimensionale della sagoma del giocatore tramite un valido software sviluppato da Sony - ma a sopperire troviamo una certa creatività del team di sviluppo, capace di sfruttare questo nuovo modo di controllare i videogame con la giusta dose di creatività (e con la sana arte di arrangiarsi), al punto che alcuni minigiochi permettono anche una modalità per due partecipanti.
Il lancio in Europa finisce con un tutto esaurito e Sony capisce di avere per le mani qualcosa di valido: un successo analogo arriva il successivo novembre, al lancio statunitense di EyeToy: Sony venderà quattro milioni di EyeToy in circa un anno, un traguardo davvero notevole per una periferica esterna. All’ottima accoglienza della webcam coincide ovviamente l’aumento della produzione di giochi a lei dedicata: innanzitutto, a novembre 2003 esce EyeToy: Groove, gioco musicale comprensivo di modalità "fitness" che propone con diversi anni di anticipo ciò che siamo oggi abituati a fare con Just Dance di Ubisoft. Seguono nei mesi successivi ben altri quattordici giochi creati da Sony e dedicati a EyeToy, fino al 2008.
Intanto anche altre software house provano ad approfittare del successo della webcam e lanciano giochi per EyeToy: ecco dunque titoli come Sega Superstars di SEGA e U-Move SuperSports di Konami, solo per citarne un paio. Sony fornisce anche gli strumenti per integrare EyeToy in videogame non necessariamente nati per essa e così nasce tutta una serie di giochi indicati come "EyeToy Enhanced", nei quali è possibile usare la webcam per funzioni ausiliarie: ad esempio, in due capitoli della serie di Tony Hawk’s Pro Skater è possibile sfruttare EyeToy per trasferire il proprio volto su quello del nostro skater virtuale.
Una periferica ben progettata e soprattutto gestita bene da Sony, che però lascia morire il marchio EyeToy all’uscita di PS3: la nuova console, seppur compatibile con la precedente webcam, è infatti abbinata a PlayStation Camera, nuova e più potente webcam che però non è retrocompatibile con i giochi EyeToy.
La nuova periferica non viene abbinata a un’analoga serie di videogame che la usano in modo esclusivo, "spezzando" di fatto la linea di EyeToy: alcuni titoli come EyePet o Eye of Judgement sfruttano PlayStation Camera in modo interessanti ma l’ondata di novità e creatività di EyeToy sembra ormai lasciata alle spalle.
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