Marco Galeandro è il fondatore e direttore creativo dell’omonimo brand di abbigliamento femminile. Animato dall’amore nei confronti delle donne che lo hanno sempre supportato e che hanno creduto nelle sue capacità creative ed imprenditoriali, il giovane designer pugliese, trapiantato a soli diciassette anni a Milano, nel febbraio 2022 presenta la sua prima collezione, con l’intenzione di omaggiare la figura femminile, musa ispiratrice e focus centrale di tutti i suoi progetti.
Le creazioni firmate Galeandro sono realizzate secondo i canoni della tradizione artigiana Made in Italy da un laboratorio sartoriale milanese attraverso l’utilizzo di fibre naturali, quali seta, tela di cotone e cupro. Capi lineari, dalla sofisticata progettazione tessile, con un fitting sempre confortevole, studiato in maniera certosina per elevare qualità e longevità di ogni abito.
Galeandro nasce per ringraziare e omaggiare tutto l’universo femminile: un tributo alle donne che hanno accompagnato il designer nelle sfide della vita. La missione è quella di trasmettere il piacere autentico di vestirle con raffinatezza, essenzialità e funzionalità.
Chi è Marco Galeandro? Quali sono le tue origini e qual è stato il tuo percorso di formazione?
Classe 2003, per metà barese e per metà tarantino, dalla Puglia mi sono trasferito a Milano nel 2021 per inseguire il mio sogno nel mondo della moda. Fin da adolescente, infatti, ho avuto ben tracciata e presente la strada da percorrere. Alle superiori ho frequentato un istituto con indirizzo abbigliamento e produzione tessile che mi ha portato a sviluppare una particolare attenzione per il mondo sartoriale, inquadrandomi nel fashion system come sarto, prototipista e progettista di collezioni moda. Un ruolo determinante in questa passione l’ha giocato la mia curiosità innata, il pragmatismo, la determinazione, l’estro e, infine, un pizzico di fortuna, che – come in ogni bella storia che si rispetti – non guasta mai!
La passione per la moda da dove deriva?
L’amore per la sartoria mi è stata trasmessa da mia nonna, sarta e direttrice di un rinomato negozio di abbigliamento a Taranto. Da sempre coinvolto in attività manuali, ho sviluppato un grande amore per la modellistica. La passione per la moda è stata quasi fisiologica, vitale. Ricordo ancora quando, ho presentato la mia prima capsule collection alle mie professoresse, lo stupore e la loro gioia, nel riconoscere quanto amore ci mettessi in quei lavori, mi hanno fatto subito capire di aver reso delle figure femminili davvero orgogliose di me. Da quella sensazione, è scattata dentro di me la molla di voler rendere fiere e felici tutte le donne della mia vita. È stato proprio allora che, a soli diciassette anni, mi sono sentito pronto per lasciare Bari, la mia città, e intraprendere il mio cammino nella capitale della moda.
Quando e com’è nato il brand che porta il tuo nome? Cosa significa il tuo logo?
Galeandro è nato proprio nel 2021. Fino ad allora era solo un progetto tracciato a matita che, data la mia giovane età, credevo di non poter realizzare nell’immediato. Ho iniziato a lavorare all’interno degli show-room e ad interfacciarmi con i designer clienti e le loro collezioni. In quel periodo che ogni sera, a casa, mi tormentava il pensiero di dover realizzare qualcosa di mio. Così, a novembre 2021, ho iniziato a cucire il mio primo campionario da presentare alle diverse sartorie e, a maggio 2022, ho finalmente dato avvio alla produzione dei miei capi. È stato così che è nato il mio brand che ora considero come un figlio. Il logo del brand raffigura il mio nome inglobato in un ovale e protetto dalle braccia di Artemide, mentre scocca una freccia. La leggenda narra che la dea Artemide, durante un bagno con le sue ninfe, venne guardata dal cacciatore Atteone; sentitasi quasi violentata dallo sguardo di quell’uomo, lanciò una delle sue frecce, trasformandolo in un giovane cervo. Il mio logo, come i miei abiti, vuole essere un omaggio a tutte le donne, soprattutto quelle che hanno creduto in me, proteggendo me e i miei sogni.
Quali sono le cifre stilistico-distintive delle tue creazioni?
Ad oggi ho presentato la mia prima collezione-pilastro dalla quale credo emerga chiaramente il mio legame con tutto ciò che è lineare, ma soprattutto funzionale, a partire dalle forme fino ai dettagli interni, che considero un fattore di completamento molto importante. Nelle prossime collezioni vorrei enfatizzare anche un altro tratto importante della mia visione. I tessuti da camiceria avranno un ruolo sempre più centrale. Partirò proprio dalla camicia. Penso infatti sia il capo funzionale per antonomasia. In ogni collezione, seguendo i diversi input e ovviamente in base alla storia che deciderò di raccontare, la camicia sarà comunque la protagonista. Mi piacerebbe dare prova di come un indumento definito più volte “classico” può rappresentare vero e proprio valore aggiunto nel guardaroba di ogni donna.
Che importanza assumono artigianalità Made in Italy e sartorialità nell’ambito di tua produzione?
Artigianalità e sartorialità sono uno dei pilastri del mio percorso. Da sempre mi è stato insegnato come nelle nostre mani sia racchiuso un valore imprescindibile. Tutti i miei capi vengono realizzati in collaborazione con un atelier qui a Milano, il loro supporto e la loro professionalità sono il mio riferimento. Un lavoro artigianale e sartoriale richiede una certa pazienza e attenzione. Confrontarmi con le persone che lavorano in atelier mi aiuta spesso a calibrare le mie emozioni e la mia progettualità. Tutti i miei capi non vengono realizzati in stock bensì per ordine, questo per assicurare a tutti i clienti estrema precisione nella realizzazione del prodotto.
La donna che ruolo svolge nell’ambito della tua creatività?
La donna rappresenta la mia creatività. Ha da sempre svolto un ruolo fondamentale nella mia vita, senza di lei probabilmente non avrei scelto di creare vestiti. Tutto quello che immagino cerco di visualizzarlo sulla donna, attraverso un dialogo immaginario. Il mio scopo è quello di instaurare, attraverso le mie creazioni, una speciale connessione con l’universo femminile. Alle donne devo tutto. Sono state la mia salvezza in tanti periodi bui, che neanch’io sapevo di attraversare. La figura femminile da cui traggo ispirazione è quella della donna che definisco il mio angelo. Lei è stata il mio primo miracolo a Milano, ci siamo conosciuti per caso e, grazie alla sua amicizia, ho avuto consapevolezza del valore di tutte le donne nella nostra società. Dare è la cosa più bella che ci sia e lei è stata per me portavoce di questo meraviglioso messaggio.
Progetti e sogni per il futuro?
Posso in tutta onestà affermare che ogni giorno si realizza un piccolo pezzo dei miei sogni. Per il futuro c’è ancora tanto da lavorare, ma sicuramente veder crescere il mio progetto, per quello che saprò dimostrare e soprattutto per quello che saprò trasmettere all’universo femminile, rimane il mio primo obiettivo.