Si è chiuso il Festival di Sanremo 2023. La 73esima edizione del festival della canzone italiana ha fatto registrare numeri record ed è stata caratterizzata da numerosi momenti da ricordare. Nel bene e nel male. Perché se ci sono state diverse esibizioni e interventi di alto livello, non sono mancati gli intoppi o i fuori programma che hanno rischiato di rovinare la festa. Ecco i top e i flop di Sanremo 2023.
SANREMO 2023
La classifica - I meme - Tutti momenti top (e flop)
La cronaca: prima serata - seconda serata - terza serata - quarta serata (duetti) - Finale
Le pagelle: prima serata - seconda serata - terza serata - quarta serata (duetti) - Finale
I look: i top e i flop - I dettagli strani - Chiara Ferragni (finale) - Chiara Ferragni (prima serata) - Francesca Fagnani - Paola Egonu - Chiara Francini
TOP - L'arrivo di Mattarella e l'intervento di Roberto Benigni
Un momento decisamente storico. Per la prima volta un presidente della Repubblica presenzia alla prima del Festival come usa fare per la Prima della Scala, di fatto equiparando la televisione popolare alla cultura più elevata. Sotto i suoi occhi Benigni celebra i 75 anni della Costituzione con un monologo in cui esalta la libertà.
FLOP - La furia di Blanco sul palco
Dopo essersi preso gli applausi per "Brividi", il brano con cui ha vinto l'anno scorso insieme a Mahmood, Blanco torna sul palco e si prende i fischi per come distrugge le fioriere messe sul palco come scenografia. Che la reazione spropositata di fronte a un problema tecnico durante l'esecuzione del suo nuovo singolo fosse "preparata" o sia degenerata una coreografia che comunque prevedeva una qualche forma di "interazione" con i fiori, poco cambia.
TOP - La serata duetti
Ormai è diventata organica alla costruzione della macchina Festival, da molti più attesa della stessa gara. Ogni anno ne escono almeno quattro o cinque performance di livello assoluto da consegnare alla storia di Sanremo.
FLOP - Le ospitate promozionali delle fiction
Mascherate da ospitate di personaggi noti e amati dal pubblico, finiscono con il rilevare presto la loro natura, risultando veri corpi estranei alla narrazione della serata. Se proprio ineliminabili converrebbe trovare un modo più organico per cucirle al resto dello show.
TOP - Le co-conduttrici
Qualcuno si è lamentato del fatto che alle donne è sempre e comunque riservato un ruolo di aggiunta, in uno show i cui i conduttori ufficiali sono due uomini, "costrette" a un monologo su temi importanti quasi a giustificare la propria presenza.. In attesa di cambiamenti in tal senso, Chiara Ferragni, Francesca Fagnani, Paola Egonu e Chiara Francini sono state protagoniste importanti, portando ognuna la propria cifra, con sicurezza e spigliatezza.
FLOP - La "sgrammaticatura" di Fedez
Al di là del merito delle parole e delle azioni di Fedez resta il fatto di avergli lasciato mano libera quando, il rifiuto ad anticipare il testo del brano che avrebbe fatto, avrebbe dovuto far sospettare qualcosa. Il risultato è che si è poi stati costretti a tre giorni di scuse e spiegazioni, fronteggiando polemiche politiche di cui si sarebbe potuto fare a meno.
TOP - I tre tenori Albano-Morandi-Ranieri e i Big storici
Un incontro inedito che ha dato modo di mettere insieme 50 anni di successi entrati nel patrimonio della canzone leggera italiana. Spigliati, divertiti e, alla soglia degli 80 anni, in una forma vocale che si sogna anche qualcuno dei giovani in gara. Ciliegina sulla torta di una serie di esibizioni che, dai Pooh a Ornella Vanoni passando per Peppino Di Capri e Gino Paoli, ha riservato sempre forti emozioni.
FLOP - I comici a notte fonda
Tra gli anni 80 e 90 l'intervento comico è stato un elemento essenziale del costruzione del Festival: da Beppe Grillo al Benigni dei tempi d'oro, potevano far ridere o sollevare polemiche ma non passavano mai inosservati. Adesso sembrano un momento riempitivo messo a notte fonda tra un blocco pubblicitario e l'arrivo dei risultati. Spesso superflui, in qualche caso fuori luogo.
TOP - Il ritorno di Peppe Vessicchio
Polemiche a parte per la sua esclusione dai programmi Rai per una causa in piedi con l'azienda, a furor di popolo ha avuto modo di tornare sul podio dell'Ariston per co-dirigere l'orchestra con grande senso dell'umorismo. Breve ma intenso.
FLOP - La formula a 28
L'estensione a 28 canzoni decisa quest'anno ha mostrato tutte le smagliature che si potevano prevedere alla vigilia. A parte l'allungarsi delle serate, in particolare quella finale, mostra il fianco per un annacquamento della qualità media, con un gruppo troppo cospicuo di canzoni che sembrano a un livello inferiore delle altre.
TOP - Amadeus e Gianni Morandi
Al quarto Festival Amadeus è stato bravo a cambiare leggermente le carte in tavola per non ripetersi senza cambiare troppo. Mentre quest'anno a Fiorello è stato riservato un ruolo di appoggio esterno, tanto funzionante quanto brillante, si è rivelata vincente la carta Morandi. Recuperare il Gianni nazionale in veste di co-conduttore ha dato la possibilità ad Amadeus di alternarsi tra ruolo principale e spalla mentre Morandi ha dato un tocco di ironia e ha riempito momenti di spettacolo. Eterno.
FLOP - Il pasticcio Zelensky
Una patata bollente che alla fine è stata lasciata raffreddare in malo modo. Prima le polemiche per l'intervento (secondo alcuni fuori luogo) del presidente ucraino. Poi le polemiche quando l'intervento è diventato un semplice messaggio inviato e letto da Amadeus. A disinnescare del tutto la portata della cosa il fatto che la lettera sia stata letta dal conduttore alle 2 di notte.