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Morto Carlos Saura, uno dei più grandi registi spagnoli

Avrebbe dovuto ritirare sabato 11 febbraio il premio Goya d'Onore 2023 alla cerimonia dei Goya Awards che si tiene a Siviglia

Ansa

Carlos Saura, uno dei più grandi registi della storia del cinema spagnolo, è morto venerdì 10 febbraio, a causa di un'insufficienza respiratoria, a Madrid. Ne dà notizia la stampa spagnola. Regista di "La caza", "Peppermint frappe'", "Elisa, vida mía" e "Flamenco", durante il regime franchista lottò contro la censura mentre raccontava i mali della Spagna. Saura avrebbe dovuto ritirare sabato sera il premio Goya d'Onore 2023 alla cerimonia dei Goya Awards che si terrà a Siviglia. Un premio per il quale aveva espresso la sua gratitudine, dicendo: "Sono stato fortunato nella vita facendo ciò che mi attraeva di più: ho diretto cinema, teatro, opera e ho disegnato e dipinto per tutta la vita". 

Morto il grande regista spagnolo Carlos Saura

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Nato a Huesca nel 1932, figlio di un avvocato e di una pianista, la sua famiglia si rifugiò durante la guerra civile, a Madrid, Barcellona e Valencia. Figlio maggiore di quattro fratelli, il più giovane dei quali era il pittore Antonio Saura, nel 1941 si trasferisce a Madrid dove inizia a studiare cinema.

La carriera   Un incontro decisivo nel percorso artistico di Saura è stato quello con  Geraldine Chaplin, che diventa in seguito la musa e la protagonista di molti suoi film, a partire da "Frappé alla menta" (1967), che vince al Festival di Berlino l'Orso d'argento nel 1968 e, di seguito, "Lo stress è tre, tre" (1968), "La tana" (1969), "Anna e i lupi" (1973). Il rapporto artistico diventa anche una lunga relazione sentimentale, da cui nel 1974 nascerà uno dei sette figli del regista.

Il sodalizio artistico con la figlia del grande Charlie Chaplin continua con "Cría cuervos", che nel 1976 vince a Cannes il premio speciale della giuria, con" Elisa, vita mia" (1977), "Gli occhi bendati" (1978) e "Mamà compie 100 anni" (1979).

Nel 1981, con "In fretta in fretta" vince al Festival di Berlino un contestatissimo Orso d'Oro.

Dedicati alla danza sono i film "Bodas de sangre" - Nozze di sangue (1981), "Carmen Story" (1983), "L'amore stregone" (1986), "Flamenco" (1995) e "Tango" (1998).

Dedicato invece alle Olimpiadi disputate a Barcellona nel 1992, è "Marathon", documentario ufficiale dei giochi.

Tre film di Carlos Saura hanno ricevuto una nomination all'Oscar al miglior film straniero: "Mamà compie 100 anni" nel 1980, "Carmen Story" nel 1984, e "Tango" nel 1999, ma nessuno di essi ha vinto la statuetta.

Prolifico e intuitivo, Saura non è stato solo uno dei registi chiave degli anni '60, '70 e '80. Il suo lavoro è stato apprezzato da intere generazioni e oltreconfine. E' stato citato da Martin Scorsese, Woody Allen e Steven Spielberg, ed è venerato da registi spagnoli contemporanei come Paco Plaza, Raúl Are'valo e Carlos Vermut. "Qui mi sento sempre più amato", disse in un'intervista rilasciata nel 2016 alla radiotelevisione pubblica spagnola Rtve.  
 

In una intervista rilasciata nel 1980 al quotidiano spagnolo El Pais,  Stanley Kubrick dichiarò il suo grande apprezzamento nei confronti di Carlos Saura, che definì “un regista di grande splendore che usa meravigliosamente i suoi attori.”



 

Il cordoglio del premier spagnolo   "Carlos Saura, figura fondamentale della cultura spagnola, ci ha lasciato. Il suo talento è e sara' sempre parte del patrimonio culturale della nostra storia grazie a film indimenticabili come 'Ay, Carmela' e 'La prima Angélica'". Lo ha scritto su Twitter il premier spagnolo Pedro Sanchez, dando il suo addio al "regista dell'immaginazione". "Ci resterà il suo cinema", ha aggiunto il premier.

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