La situazione nel paese

Siria, l'inferno all'inferno: il sisma dopo 12 anni di guerra civile e milioni di sfollati

Il Paese, colpito come la Turchia dal violento terremoto, è dilaniato dalle bombe e da una crisi economica e alimentare tra le più gravi al mondo

di Giulia Bassi

© Ansa

Può l'inferno divenire ancor più infernale? In una crudele, inumana, escalation dell'orrore, la terra ha tremato, con una violenza che ha pochi precedenti nella storia, tra il sud della Turchia e la Siria, quel lembo di terra che da anni non concede tregua né speranza a chi la abita e la calpesta. Il 15 marzo, infatti, saranno trascorsi 12 anni dall'inizio di una guerra civile che ha creato oltre 6,5 milioni di sfollati interni e altrettanti profughi, che ha ucciso oltre 13mila bambini e ridotto alla fame estrema 6 siriani su 10, letteralmente impossibilitati a procurarsi cibo. 

Il più alto numero di persone in fuga - Secondo l'Unhcr, l'agenzia dell'Onu per i rifugiati, infatti, quella in Siria è la più grave crisi mondiale per numero di persone costrette alla fuga: sono oltre 14 milioni i siriani scappati dal Paese o costretti a sfollare all'interno dei propri confini. Dati irreali di una marea umana fatta uomini, donne e bambini ma soprattutto di miseria e disperazione che si muove alla ricerca di una forma di sopravvivenza. Perché all'interno dei propri, di confini, regnano, dal 2011, esplosioni, bombe, violenze, arresti arbitrari, insicurezza fisica e alimentare.

La rivoluzione e la guerra civile - Quella iniziata nel marzo 2011, si presentava come una rivoluzione laica e pacifica, alimentata e portata in strada da diverse classi sociali ed etnie, in un groviglio di speranza e in un rigurgito di richieste di libertà nei confronti del regime di Bashar al Assad, salito al potere nel 2000 alla morte del padre, il generale golpista Hafiz. La repressione che ne è seguita ha portato alla formazione dell'Esercito siriano Libero, composto dagli ex militari dell'esercito che si rifiutavano di sparare sui loro stessi cittadini. Ma soprattutto, quello che ne è seguita, è stata un'interminabile repressione violenta: bombardamenti, città assediate, resistenza e oppressione. 

Attori stranieri - E poi l'entrata in scena degli "alleati" internazionali: Iran, Cina e Russia al fianco di Assad, Turchia, Francia e Inghilterra inizialmente con gli oppositori. Inizialmente perché nel 2013 hanno preso a entrare in Siria i cosiddetti foreign fighter e ha poi avuto sempre più spessore il fronte dello Stato Islamico, capace di impadronirsi di diverse zone della stessa Siria e anche dell'Iraq. Fino all'intervento della coalizione internazionale e degli Stati Uniti per togliere all'Isis uomini e terre (comprese le città di Kobane e Raqqa su cui il Califfato aveva issato le proprie bandiere nere e divenute poi, una volta riconquistate, il simbolo della resistenza curda).

Città-fantasma e bombe a grappolo - Ma oltre ai territori di frontiera, le città siriane, da Aleppo a Damasco, si sono trasformate in enormi fantasmi di cemento, coi palazzi sventrati rimasti come unica cartolina di una guerra civile sempre più aspra. Dal 2012 a oggi la Siria continua ogni anno a essere il peggior Paese al mondo in termini di bilancio delle vittime delle bombe a grappolo secondo un rapporto dell'International Campaign to Ban Landmines, che indica anche come due terzi delle vittime delle bombe a grappolo siano i bambini.

La Siria divisa e contesa - Oggi il territorio siriano è in parte controllato dal governo di Bashar al Assad (l'area che si estende dal mare verso la zona di sud-est), in parte amministrato dai curdi (la zona del Rojava) e in parte (la zona a nord-ovest tra Idlib e la periferia di Aleppo) sotto il controllo dei ribelli. Dove c'è Assad ci sono anche armi libanesi, russe e iraniane, dove prevalgono i curdi c'è il sostegno degli americani e dove spadroneggiano i ribelli sopravvivono le squadre integraliste di al Qaeda. 

Povertà e crisi alimentare - Secondo le associazioni umanitarie di volontariato, almeno 3 milioni di bambini non vanno a scuola e quasi 6 mila sono stati reclutati come soldati. Il 90% di loro necessita di supporto economico e sanitario, mentre più dell’80% della popolazione vive ormai sotto la soglia della povertà, secondo i report di Oxfam. Come scrive Save The Children, che cita dati di Humanitarian Action, la recessione dell’economia, la svalutazione della moneta, l’aumento dei prezzi e il tasso di disoccupazione elevato hanno portato a un grande aumento dell'insicurezza alimentare, che ad agosto 2021, ultimo dato disponibile, colpisce in Siria 12,8 milioni di persone. 

E' in questo scenario, seguito da un'incontrollata diffusione del Covid (che ha portato solamente il 2% della popolazione a essere vaccinata), e dalla circolazione nel 2022 anche del colera, che ha colpito uno dei più forti terremoti degli ultimi anni, portando un altro pezzo di inferno dove già l'inferno c'era. 

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