Cospito, Meloni: "Nessun presupposto per dimissioni Delmastro | Invito tutti, a partire da Fdi, ad abbassare i toni"
In una lettera al Corriere della Sera il premier spiega la sua posizione. Letta: "Premier difende indifendibile, attizza incendio". Conte: "Imponga dimissioni a suoi fedelissimi"
Sul caso Cospito "non c'è alcun presupposto per le dimissioni di Delmastro". Lo scrive Giorgia Meloni in una lettera al Corriere della Sera in merito al sottosegretario FdI alla Giustizia. E chiarisce: "Sicuramente i toni si sono troppo alzati e invito tutti, a partire dagli esponenti di Fratelli d'Italia, a riportarli al livello di un confronto franco ma rispettoso". Rivolgendosi ai parlamentari del suo partito, il presidente del Consiglio sottolinea che "l'opposizione preferisce continuare ad alimentare la polemica. Vedremo, ma comunque vada vi invito a non partecipare".
"Toni troppo alti, ho tentato di non alimentare questa polemica" -
Da diversi giorni "vengo accusata", spiega il premier nella lettera al direttore del "Corriere", "di reticenza in relazione all'acceso dibattito su Cospito che ha visto coinvolti tra gli altri Donzelli e Delmastro. Della vicenda mi è stato chiesto quando, durante una conferenza stampa con il cancelliere Scholz a Berlino, e di fronte ai media internazionali, giornalisti italiani mi hanno interrogato su questo, evidentemente meno interessati alla trattativa che stavo conducendo nell'interesse italiano in vista del prossimo Consiglio europeo straordinario. Ho preso l'impegno di rispondere e lo faccio ora, segnalando che la ragione per la quale non sono intervenuta finora è che ho tentato di non alimentare una polemica che considero, per tutti, controproducente. Le spiego perché. A monte: sicuramente i toni si sono alzati troppo, e invito tutti, a partire dagli esponenti di Fratelli d'Italia, a riportarli al livello di un confronto franco ma rispettoso".
"Trovo singolare l'indignazione del Pd" -
Sul "polverone" della vicenda Cospito, spiega il premier, "ci sono, a mio avviso, aspetti chiaramente strumentali. Trovo singolare che ci si scandalizzi perché in Parlamento si è discusso di documenti non coperti da segreto, mentre da anni conversazioni private, queste sì da non divulgare, divengono spesso di pubblico dominio. Trovo singolare l'indignazione del Pd per un'accusa sicuramente eccessiva, quando però la sinistra in passato ha mosso alla sottoscritta, leader dell'opposizione, le accuse di 'essere la mandante morale delle morti in mare' o di guidare un 'partito eversivo', per citarne alcune. Senza dimenticare quando esponenti istituzionali gridavano tra gli applausi che avremmo dovuto 'sputare sangue'".
"Alcuni esponenti Pd chiedono revoca del 41bis" -
E ancora, sui dem: "Trovo paradossale che non si possa chiedere conto ai partiti della sinistra delle loro scelte, quando all'origine delle polemiche di questi giorni si colloca oggettivamente la visita a Cospito di una qualificata rappresentanza del Partito democratico, in un momento in cui il detenuto intensificava gli sforzi di comunicazione con l'esterno, come emerge dalle note dell'autorità giudiziaria che si è pronunciata sul caso, rese note dai mezzi di informazione. E quello che colpisce me, ancora più di quella visita, è che dopo aver preso atto, da quello che riporta la stampa sulla vicenda, dei rapporti tra Cospito e i boss mafiosi in regime di carcere duro e ben sapendo quanto alla mafia convenga mettere in discussione il 41 bis, autorevolissimi esponenti del Pd abbiano continuato a chiedere la revoca dell'istituto per Cospito, fingendo di non comprendere le implicazioni che tale scelta avrebbe avuto soprattutto in termini di lotta alla criminalità organizzata".
Delmastro, "alcune notizie anticipate dai media" -
Su Delmastro spiega che "le notizie contenute nella documentazione oggetto del contendere, che il ministero della Giustizia ha chiarito non essere oggetto di segreto, sono state addirittura anticipate da taluni media".
"Clima surriscaldato, abbassare i toni" -
Giorgia Meloni torna poi sulla tensione in atto in merito alla vicenda e spiega: "Io credo che il punto sia un altro. Mentre maggioranza e opposizione si accapigliano sul caso, attorno a noi il clima si sta pericolosamente e velocemente surriscaldando. E non risparmia nessuno, come dimostrano i manifesti comparsi all'università La sapienza di Roma, che definiscono 'assassini' il Presidente della Repubblica e i membri di diversi governi, senza distinzione di colore politico. Mentre si continua a pensare che questa questione possa essere utilizzata per attaccare il governo o l'opposizione, è stato necessario assegnare la scorta all'onorevole Donzelli e ai sottosegretari Delmastro e Ostellari, e ovunque compaiono minacce alle istituzioni italiane, qui in patria e all'estero".
Appello a politici e giornalisti: "Stop escalation" -
Secondo Giorgia Meloni quindi "è chiaro che non ci troviamo davanti a una delle tante polemiche che agitano il mondo politico, ma a una situazione dai contorni decisamente inquietanti che rischia di avere conseguenze gravi. A uno scenario che richiede prudenza e cautela ma che deve vedere compatto lo Stato, in tutte le sue articolazioni e componenti, a difesa della legalità. E' un appello che rivolto a tutti: politici, giornalisti, opinionisti. Perché non ci si debba domani guardare indietro e scoprire che, non comprendendo la gravità di quello che stava accadendo, abbiamo finito per essere tutti responsabili di un'escalation che può portarci ovunque".
Letta: "Meloni difende indifendibile, attizza incendio" -
"Dopo giorni di attesa sono arrivate le parole dell'onorevole Giorgia Meloni. Pensavamo che fossero le parole di un Presidente del Consiglio preoccupato di comporre l'unità e la coesione del Paese in un momento di forte tensione. Abbiamo, purtroppo, letto le parole di un capo partito che difende i suoi oltre l'indifendibile e, per farlo, rilancia polemiche strumentali e livorose contro l'opposizione. Una lettera che riattizza il fuoco invece di spegnerlo". Così in una nota il segretario del Pd, Enrico Letta, e le capogruppo dem che parlano anche di parole "diffamanti" da parte di FdI.
Conte: "Meloni chieda dimissioni a suoi due fedelissimi" -
"Meloni deve imporre ai due suoi fedelissimi di FdI di dimettersi, perché quelle due persone hanno sbagliato". Così il leader del M5s Giuseppe Conte a margine di un sopralluogo elettorale alla periferia di Roma. "Per questioni di ufficio - prosegue - hanno raccolto informazioni sensibili, non segrete ma riservate e non divulgabili. Le hanno utilizzate per aggredire una forza di opposizione per fini di mera lotta politica. Un abuso, un uso distorto. Hanno dimostrato di non aver compreso e devono lealtà e fedeltà alle istituzioni che rappresentano. Meloni, sei presidente del consiglio e devi fare gli interessi dei cittadini prima di quelli di leader del partito".