ISMEA, nel ruolo di Organismo fondiario nazionale, membro dell’AEIAR (Associazione europea degli organismi per la ristrutturazione fondiaria) promuove da oltre 70 anni in Italia la formazione e l’ampliamento della proprietà coltivatrice, in ottica di ricambio generazionale. Dal 2020, anche in considerazione della crisi economica connessa all’emergenza sanitaria da COVID-19, l’Istituto ha deciso di sospendere gli interventi fondiari, privilegiare le misure per la liquidità delle imprese e riprogettare le finalità, le modalità operative e i requisiti di accesso ad nuovo strumento di intervento. Nasce così “Generazione Terra”, misura dedicata ai giovani già attivi in agricoltura o che nell’agricoltura vedono il loro futuro. Va a finanziare fino al 100% del prezzo di acquisto di un terreno agricolo da parte di giovani che intendono ampliare la superficie della propria azienda agricola, acquistare un terreno già condotto in affitto o comodato d’uso ovvero avviare una nuova iniziativa imprenditoriale in agricoltura.
La misura - “Generazione Terra” finanzia fino al 100% del prezzo di acquisto di un terreno agricolo da parte di giovani che intendono ampliare la superficie della propria azienda agricola, acquistare un terreno già condotto in affitto o comodato d’uso ovvero avviare una nuova iniziativa imprenditoriale in agricoltura.
Possono accedere alle agevolazioni tre tipologie di soggetti:
· giovani imprenditori agricoli (under 41 anni)
· giovani startupper con esperienza (under 41 anni) in campo agrario dimostrata dall’appartenenza a casse previdenziali o ordini professionali di settore;
· giovani startupper con titolo (under 35 anni) di studio superiore in campo agrario o di laurea.
A seconda della tipologia di soggetto, i massimali di intervento sono:
· 1.500.000 euro, in caso di giovani imprenditori agricoli e giovani startupper con esperienza,
· 500.000 euro, in caso di giovani startupper con titolo.
L’operazione si attua con l’acquisto del terreno da parte di ISMEA e la contestuale rivendita al giovane che si obbliga a rimborsare ratealmente il prezzo; a garanzia dell’operazione è iscritto sul terreno un patto di riservato dominio (PRD) in favore dell’Istituto. Nel caso in cui il valore del terreno superi i massimali di intervento, l’operazione può realizzarsi, nei limiti dei massimali stessi, con la concessione di un mutuo ipotecario, con iscrizione di ipoteca di primo grado per un valore cauzionale complessivo pari al 120 per cento dell’importo del finanziamento concesso. La durata dell’operazione arriva a 30 anni, di cui al massimo 2 di preammortamento, e prevede un tasso di interesse, fisso o variabile (a scelta del giovane), ancorato ai valori di mercato e dipendente dal profilo di rischio del richiedente.
“Generazione Terra” riserva ai Giovani Startupper (con titolo o con esperienza) un premio di primo insediamento di 70 mila euro per abbattere, fino al 70%, l’importo delle rate di prezzo con scadenza nei primi cinque anni del piano di ammortamento. Il premio viene erogato in due tranche: per un massimo del 60% all’atto della concessione dell’aiuto e per il restante 40% dopo l’accertamento, da parte di ISMEA, dell’avvenuta realizzazione del piano aziendale. Ulteriori caratteristiche della misura: Riduzione del 50% degli oneri (fiscali e notarili) che assistono l’operazione; spese di istruttoria limitate a euro 500; agevolazioni fiscali della piccola proprietà contadina.
I numeri dell’intervento fondiario ISMEA a favore dell’insediamento dei giovani - Il patrimonio fondiario di ISMEA in ammortamento interessa oltre 100 mila ettari distribuiti sull’intero territorio nazionale. Dal 2010 al 2019 (ultimo anno di attivazione del bando per le operazioni fondiarie ISMEA dedicate esclusivamente al primo insediamento) sono state create 746 aziende agricole a conduzione giovanile, per una superficie complessiva di oltre 27 mila ettari e un importo finanziato di 473 milioni di euro. La maggior parte delle operazioni finanziate ricadono in Sicilia e in Puglia che da sole rappresentano oltre la metà delle aziende agricole nate grazie all’intervento ISMEA.
Cosa cambia con “Generazione terra”- Rispetto al passato: Generazione Terra” non si rivolge solo ai giovani che intendono insediarsi in agricoltura per la prima volta ma anche a quelli che in agricoltura sono già attivi, conducono da almeno due anni una propria impresa e vogliono ampliare la base fondiaria o consolidare quella già condotta in affitto; punta alle competenze per garantire innovazione nel settore; per accedere alla misura gli startupper devono dimostrare di aver maturato esperienza in agricoltura ovvero di aver conseguito un titolo di studio di livello superiore in campo agricolo o di livello universitario; offre massimali di intervento diversi in relazione alla tipologia del soggetto richiedente e alla sua età anagrafica; non prevede limiti di intervento minimo e può quindi, accertata la sostenibilità economica e finanziaria dell’iniziativa, favorire lo sviluppo di imprenditorialità anche nelle aree a maggiore rischio di abbandono; offre, per la prima volta, la scelta tra tasso fisso e variabile e prevede la possibilità di una rinegoziazione del tasso di interesse e dello spread dell’operazione dopo i primi cinque anni di ammortamento; gli oneri notarili e fiscali sono ridotti del 50%.
Il ricambio generazionale in agricoltura e l’accesso alla terra - Il coinvolgimento dei giovani nel settore agricolo è un obiettivo della politica agricola comune europea e una sfida importante per l’Italia. Mentre il tasso di disoccupazione giovanile raggiunge livelli molto elevati, ampie parti del territorio sono interessate dallo spopolamento, dall’invecchiamento della popolazione e dalla contrazione dell’attività agricola, creando squilibri sociali ed economici e l’abbandono dei terreni, con gravi conseguenze anche ambientali. Secondo i dati contenuti nell’ultimi rapporto Ismea-RRN “Giovani e agricoltura” nelle aree rurali il numero dei giovani si è ridotto del 44% negli ultimi 10 anni, ponendo a rischio la tenuta demografica e socioeconomica di interi territori. Anche il ruolo del capo azienda “giovane” (fino a 40 anni) in agricoltura, come rivelano i dati dell’ultimo censimento dell’Istat, non pare decollare: la percentuale di aziende agricole con a capo un giovane è scesa dall’11,5% del 2010 al 9,3% del 2020. Si tratta di una tendenza coerente con quanto si sta verificando negli altri settori economici, che dipende anche dalla maggiore attrattività di altre forme di impiego e dalla fuga verso l’estero.
Allo stesso tempo, tuttavia, si stanno delineando le caratteristiche di una nuova generazione di imprenditori agricoli, che sfruttando le nuove tecnologie e cogliendo le ultime tendenze dei consumi, rappresentano una spinta per rinnovare il settore agricolo e farlo uscire da una visione ormai obsoleta, ma ancora diffusa, che lo relega a qualcosa di antiquato e poco redditizio. Emerge infatti dall’ultima rilevazione censuaria come ci sia una forte correlazione tra le nuove generazioni e una maggiore competitività, capacità di innovare, di fare rete, di diversificare le fonti di reddito e produrre valore nel territorio. Mediamente i giovani sono più formati, le aziende da loro condotte sono più grandi, più orientate al mercato, il loro livello di digitalizzazione è il doppio dell’agricoltura nel complesso, così come più elevata risulta la propensione all’innovazione. I giovani sono poi in prima linea anche nel modello di agricoltura multifunzionale, che sta cambiando la percezione del settore primario italiano, spesso con importanti ricadute sull’ambiente e sulla collettività, come nel caso della produzione di energie rinnovabili o l’agricoltura sociale.
Dato il fondamentale ruolo dei giovani per la sostenibilità e la competitività di lungo periodo del settore e per la vitalità delle aree rurali, il ricambio generazionale nel settore primario è riconosciuto come priorità nell'agenda politica dell'Italia e dell'UE. Nell’attuale PAC 2023-27 ai giovani viene dedicato un obiettivo specifico, - il settimo -, che consiste nell’attirare e sostenere i giovani agricoltori e i nuovi agricoltori e facilitare lo sviluppo imprenditoriale sostenibile nelle zone rurali. Il principale strumento dedicato al ricambio generazionale in agricoltura del Piano strategico della PAC italiano (PSP) è l’intervento di primo insediamento, già previsto nei Programmi di sviluppo rurale regionali (PSR), comparso per la prima volta nel 2000, venendo successivamente riconfermato nel 2007, nel 2014 e ancora una volta nel 2023. Oltre al primo insediamento, la strategia contenuta nel PSP prevede il sostegno complementare al reddito per i giovani agricoltori, una delle voci dei pagamenti diretti (primo pilastro), che consiste in un’integrazione al reddito nella fase di avviamento. Per sostenere la liquidità aziendale, oltre al premio base per la sostenibilità, garantito ai giovani neo-insediati in via prioritaria, si aggiungerà questo pagamento complementare annuale, giustificato dall’esigenza di contrastare l’instabilità del reddito agricolo e il gap rispetto a quello conseguibile in altri settori, che costituisce un deterrente per il ricambio generazionale.
In questo contesto lo strumento di accesso al capitale fondiario gestito da ISMEA risulta complementare alle opportunità offerte dalla politica di sviluppo rurale, che non finanziano specificatamente l’acquisto di terreni. Il difficile accesso alla terra si conferma tra i principali deterrenti al turn over in campagna. Per un giovane aspirante imprenditore agricolo che non opera in continuità familiare, il capitale fondiario è spesso un investimento molto oneroso rappresentando la principale barriera di accesso per questo tipo di professione.