Ricomincia una nuova avventura per Bizzarrini: la sua nuova supercar si chiama Giotto e disporrà di un motore V12 di origine Lamborghini. La notizia è diventata ufficiale con le prime immagini-teaser che mostrano una supercar a motore centrale che debutterà sul mercato tra il 2024 e il 2025.
Perché si chiama Giotto -
Il suo nome è lo stesso del fondatore dell'azienda (Giotto Bizzarrini) e c’è un motivo ben preciso se la realizzazione stilistica della Giotto è stata affidata a Giorgetto Giugiaro e a suo figlio Fabrizio. In questo articolo vi trasmettiamo le prime informazioni tecniche, ma sappiate che altre ancora arriveranno nel corso dell’anno, mentre la macchina inizierà i suoi primi test in pista e su strada nel corso del 2024.
© Ufficio stampa Bizzarrini
Perché l’ha disegnata Giorgetto Giugiaro -
60 anni fa Giugiaro lavorava alla Bertone e contribuì alla progettazione della Bizzarrini 5300 GT e una delle mission affidate alla nuova supercar è quella di rendere omaggio alla 5300 GT, prima di tutto con le sue forme che non a caso sono ispirate a quelle del modello del passato. Il temperamento della Giotto sarà puramente racing, incline alle elevate performance, per cui oltre a un motore potente, in fase di progettazione si è fatto ampio uso di fibra di carbonio per contenere il peso della vettura. Il cuore della Giotto sarà il V12 aspirato di origine Lamborghini e verrà montato in posizione posteriore centrale e lavorerà in sintonia con un cambio a doppia frizione ad 8 rapporti.
© Ufficio stampa Bizzarrini
L’idea che c’è dietro la Giotto -
Il progetto ingegneristico della Giotto viene supervisionato dal nuovo CTO di Bizzarrini, Chris Porritt che ha già lavorato in Aston Martin, Tesla e Rimac. Per comprendere meglio l’idea che c’è dietro la Giotto, riportiamo una dichiarazione di Chris Porrit, avvenuta dopo la diffusione delle prime immagini: “Bizzarrini è un marchio costruito su genio e passione, fondato da un insieme di talenti di livello mondiale come designer, ingegneri e collaudatori. Ora intendiamo ricreare la visione di Giotto, scegliendo di non inseguire tempi di accelerazione o record sul giro, ma di sviluppare un'auto che piaccia a quei piloti esperti che cercano purezza, autenticità e rarità”.