DAL 20 FEBBRAIO AL 15 MAGGIO

Torna Inner Spaces: elettronica, sperimentazione e ricerca come "echi di speranza"

All'Auditorium San Fedele di Milano la seconda metà della decima stagione della rassegna dal 20 febbraio al 15 maggio

© Ufficio stampa

Dal 20 febbraio al 15 maggio all’Auditorium San Fedele di Milano torna Inner Spaces, la rassegna di musica elettronica e arti audiovisive tra sperimentazione e ricerca interdisciplinare. Il programma primaverile è intitolato “echi di speranza”: in un momento storico pieno di elementi drammatici viene offerta come antidoto una proposta che intreccia musica strumentale e musica elettronica o con live electronics, in un confronto della più recente generazione (Kali Malone, Loscil, Abul Mogard e Thomas Ankersmit) con autori del grande repertorio, quali Arvo Pärt e Olivier Messiaen, che in molti casi costituiscono un riferimento delle nuove leve dell’arte dei suoni.

Il tema della speranza -

 I cinque appuntamenti (più uno) di Inner Spaces sono accomunati dalla tematica della speranza "perché c’è bisogno, mai come adesso, d'intravedere una fiammella, seppur tremolante, che risplenda su un orizzonte cupo, cosmico e storico", racconta il curatore della rassegna padre Antonio Pileggi, spiegando che "per il suo modo di procedere con echi in espansione, la musica strumentale ed elettronica ha il potere di alimentare l’attesa speranzosa in una nuova alba".

Il programma -

 Si parte lunedì 20 febbraio con il canadese Scott Morgan, in arte Loscil, esponente tra i più significativi della corrente ambient. Presenterà una performance partendo dal materiale dell’ultimo album, "Clara", edito da Kranky, corredato da un’interazione audiovisiva: una meditazione sul tema della luce, anche in rapporto con l’ombra e la sua rarefazione. Introduce la serata Lukas Lauermann, violoncellista e compositore viennese, amante della purezza del suono strumentale nell’interazione discreta con l’elettronica. 

Il secondo appuntamento, in calendario il 13 marzo, vede protagonista Guido Zen, in arte Abul Mogard, è un costruttore di imponenti cattedrali musicali tra stratificazioni acustiche e dettagli sonori per un viaggio nella percezione sensoriale che attraversa la materia ambient. Accanto al musicista romano, una prima parte strumentale con cinque opere di Arvo Pärt eseguite da Francesco D’Orazio al violino e Alfonso Alberto al pianoforte. L’arte compositiva del musicista estone è di tipo sottrattiva, consiste nello scavare ininterrottamente per scartare quasi tutta la materia fino a lasciare solo l’essenza, il nocciolo, l’ossatura attraverso l’uso di una figura, di un sussurro, di un tintinnio.

Si passa poi al 27 marzo con una proposta meditativa, attraverso la musica, della Passione di Cristo, con i testi del Cardinal Carlo Maria Martini scritti nel 2010 per essere destinati a rappresentazioni musicali della Via Crucis. In questa nuova drammatizzazione, dopo la prima che era stata presentata nel 2011, il materiale sonoro proviene da alcune arie tratte dalle Passioni di J.S. Bach e una rielaborazione della Via Crucis di Franz Liszt. Da una parte un ensemble di musica antica, dall’altra, il suono della chitarra elettrica di Francesco Zago.

Il 17 aprile appuntamento con Kali Malone in veste elettronica a Milano, dopo un periodo di ricerca acustica ed esecuzioni sull’organo a canne, con un’opera multicanale in ottofonia disegnata per lo spazio acusmatico. L'esibizione si colloca all’incrocio tra scrittura strumentale e composizione elettroacustica, tra minimalismo americano e la musique concrète, in cui si esplorano armonie e strutture canoniche. Nella prima parte della serata, il centro tematico sarà l’organo per antonomasia, ma del tutto inconsueto, con l’utilizzo di uno strumento virtuale. Alcune opere di Olivier Messiaen (1908-1992), maestro nel Novecento dello strumento liturgico, si succederanno in una drammatizzazione musicale, eseguiti senza soluzione di continuità con Alessandro La Ciacera alla console di un organo virtuale che utilizza il campionamento fedele di un grand orgue francese.

Ultimo appuntamento della stagione il 15 maggio. Nella prima parte Thomas Ankersmit, con un progetto dedicato ai cinquant’anni del sintetizzatore modulare Serge, che offre un’esperienza del suono estremamente fisica e articolata nello spazio. Ben diversa è la prospettiva di Félicia Atkinson, un’artista multidisciplinare tra il mondo dei suoni e le installazioni visive, cofondatrice dell’etichetta Shelter Press. Pioniere di una nuova forma espressiva nella musica elettronica di genere stratificato che riunisce tastiere elettroniche, strumenti acustici, mezzi digitali, voce, poesia, sussurri.