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Monte Sant’Angelo, il fascino discreto della Puglia

Un incantevole presepio vivente incastonato nello Sperone d'Italia, affacciato al Golfo di Manfredonia

Il fascino incomparabile della Puglia: Monte sant’Angelo

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Monte Sant'Angelo, ph Pietro di Iorio
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Monte sant’Angelo, ph Angelo Totaro
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Monte Sant'Angelo innevata, ph Matteo Nuzziello
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Vista del golfo, ph Pasquale Ciuffreda
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Basilica di San Michele, ph Celestino Furii
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Castello di Monte Sant'Angelo, ph Celestino Furii
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Fanoje di San Giuseppe
Un incantevole presepio vivente incastonato nello Sperone d'Italia, affacciato al Golfo di Manfredonia

Monte Sant’Angelo, in Puglia è una di quelle perle preziosissime che costella senza clamore ma con fascino irripetibile la nostra Penisola e contribuisce a fare dell’Italia il Paese più bello del mondo. Il borgo si apre lungo il crinale di un monte e, con l’aspetto di un avvolgente presepio, si affaccia al Golfo di Manfredonia.

Monte Sant’Angelo, che fa parte dei Borghi Più Belli d’Italia ha un’antica storia. Secondo la leggenda, alla fine del ‘400 dopo Cristo, l’Arcangelo Michele apparve al Vescovo in una grotta sulla quale fu poi costruito il Santuario che da 1500 anni è meta continua di pellegrinaggi. E’ bello e importante a tal punto che l’Unesco l’ha dichiarato patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Pellegrinaggi - I cammini e i pellegrinaggi fanno parte della storia della Monte Sant’Angelo: dalla Via Micaelica (che collega Mont Saint-Michel con la Sacra di San Michele in Piemonte fino al Gargano) alla Via Sacra Langobardorum passando per la Via Francigena; nell’Altomedioevo era tra i quattro più frequentati luoghi di pellegrinaggio della cristianità secondo l’itinerario di redenzione spirituale, noto come “Homo, Angelus, Deus” che prevedeva la visita alle tombe degli apostoli Pietro e Paolo a Roma e di San Giacomo di Compostella in Spagna (Homo), all’Angelo della Sacra Spelonca di Monte Sant’Angelo (Angelus), infine ai luoghi della Terra Santa (Deus).

Da non mancare - Da visitare anche il misterioso Battistero di San Giovanni in Tumba (detto “Tomba di Rotari”) e la meravigliosa Chiesa di Santa Maria Maggiore con i suoi preziosi  affreschi, oppure l’Abbazia di Santa Maria di Pulsano e ai suoi Eremi, la magica Foresta Umbra o la suggestiva costa della marina. Montagna, foresta, boschi, mare, gastronomia d’eccellenza e un patrimonio storico-culturale inestimabile, tutto da scoprire.

I sapori - E si può andare a Monte Sant’Angelo anche per assaggiare la sua gustosissima cucina con piatti semplici e inimitabili come  il pane e pomodoro, con la fragranza del pane che viene esaltata dalla freschezza del pomodoro e dell’origano, dalla delicatezza dell’olio extra vergine Dauno DOP e da secoli rappresenta la merenda quotidiana di adulti e bambini; oppure il pancotto: con il passare dei giorni la fresca mollica e la croccante crosta si trasformano in robusto pane raffermo dal sapore deciso e ideale per il pancotto da condire con patate, verza, finocchietto selvatico, olio. Ma numerosi sono i piatti della tradizione del Gargano cui appartiene il paese lagane con ceci e baccalà, orecchiette con cime di rape, favetta e cicorie.

Appuntamento con le Fanoje - Ed ecco che il 18 marzo sarà celebrata questa festa, che deriva da una tradizione in onore di San Giuseppe che simboleggia, nell'immaginario collettivo, il passaggio dalla stagione fredda a quella mite. Attraverso un rito propiziatorio e purificatore si celebra, appunto, l'arrivo della primavera. In passato ogni rione approntava la legna per l'accensione di queste imponenti cataste costituite da tronchi d'albero, vecchi oggetti, utensili stantii e stracci logori ammassati uno sull'altro per formare delle vere e proprie pire. Oggi, nel centro storico, attività, concerti, lavoratori e percorsi enogastronomici.

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