Alfredo Cospito, Nordio: "Non ritengo di revocare il 41 bis" | Cdm: "Le violenze degli anarchici non intimidiscono il governo"
Fonti dell'esecutivo spiegano che il trasferimento dell'anarchico nel carcere di Opera si è reso necessario "per tutelare la sua salute". Mercoledì il Comitato Antiterrorismo prenderà le sue decisioni
Il caso di Alfredo Cospito, l'anarchico in sciopero della fame perché detenuto al 41 bis, è stato al centro del Consiglio dei ministri. Le azioni violente degli anarchici "non intimidiscono né condizionano il governo sulla modifica del regime di carcere duro", fanno sapere fonti dell'esecutivo. Nel corso della riunione, in cui è stata tenuta un'informativa sulla vicenda, è stato spiegato che il trasferimento dell'anarchico nel carcere di Opera (Milano) si è reso necessario "per tutelare la sua salute". Nel comunicato finale del Cdm, si legge che "per la parte di propria competenza", il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, "ritiene di non revocare il regime 41 bis" per Cospito.
L'arrivo di Alfredo Cospito al carcere milanese di Opera
"Sul 41 bis per Cospito non si decide oggi, ma nelle sedi opportune. Resta ferma la linea del governo, che non si farà condizionare dagli eventi esterni di questi giorni", emerge ancora dal Cdm.
Il Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo Mercoledì 1° febbraio si terrà il Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo, nel corso del quale sarà affrontato il tema delle recenti violenze anarchiche legate alla vicenda Cospito. Non sarà tuttavia in quella sede che saranno prese le decisioni riguardo al 41 bis per il detenuto.
Le conclusioni di Nordio Nordio ha precisato che, "sentite tutte le istituzioni interessate, si è fatto carico delle condizioni di salute del detenuto, avendone disposto in data odierna il trasferimento, sempre in regime di 41 bis, nell'istituto di pena di Opera, che è munito degli adeguati presidi sanitari". Il ministro della giustizia, si legge ancora nel comunicato di Palazzo Chigi, "ha ricordato le ragioni che hanno determinato l'autorità giudiziaria a proporre e confermare il regime detentivo di cui all'articolo 41 bis attualmente in essere a carico di Alfredo Cospito e, nel pieno rispetto dell'autonomia di valutazione della stessa autorità giudiziaria, ha rilevato che la Corte di cassazione è chiamata a rendere una decisione in merito nel prossimo mese di marzo".
Cospito già visitato dal medico a Opera: "È tranquillo" Cospito è già stato visitato a Opera dal medico di guardia nel padiglione dove si trova il Servizio di assistenza integrata, ossia l'ex centro clinico. L'ex esponente del Fai sarebbe "tranquillo" in cella e le sue condizioni, nonostante abbia superato i cento giorni di sciopero della fame, al momento sarebbero ritenute compatibili con la sua situazione carceraria. Il suo trasferimento dall'istituto di massima sicurezza sardo a quello alle porte di Milano si è reso necessario per motivi medici. Motivi che potrebbero anche portare la sua difesa a presentare qualche istanza alla magistratura di sorveglianza del capoluogo lombardo.
Piantedosi: "Nelle violenze rete di supporto a Cospito" Il ministro dell'interno, Matteo Piantedosi, nella sua informativa in Cdm ha invece sottolineato "la rete di supporto nei confronti del detenuto, manifestatasi in plurimi episodi di atti vandalici o incendiari e in manifestazioni di piazza, anche violente, rassicurando che gli accresciuti rischi per la sicurezza hanno determinato un innalzamento dell'attenzione e delle misure necessarie per fronteggiarli".
Tajani: "Rafforzate le difese della rete diplomatica" Anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha tenuto una sua informativa sul caso, in cui "ha riferito del rafforzamento del sistema difensivo della rete diplomatica italiana all'estero, reso necessario dalle ostilità manifestate nei confronti di sedi di ambasciate e consolati, in varie località, da Atene a La Paz, da Barcellona a Madrid, fino a quelle più recenti di Berlino, oltre che nei confronti di beni appartenenti a personale diplomatico".
Nei giorni scorsi, dopo gli appelli per il suo stato di salute lanciati dall'avvocato e dal medico del carcere di Sassari, alcuni anarchici hanno protestato a Roma (dove si sono verificati pesanti scontri con la polizia) e attaccato le sedi delle ambasciate italiane a Barcellona e Berlino.
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