LA NOSTRA RECENSIONE

Dead Space Remake, il ritorno di Isaac Clarke tra necromorfi e lame al plasma

L'horror fantascientifico di Electronic Arts torna dopo quindici anni con un rifacimento pronto a terrorizzare una nuova generazione di giocatori

© Ufficio stampa

Quello dei survival horror è probabilmente uno dei generi più longevi e apprezzati della storia videoludica, un filone che continua ad attirare milioni di giocatori in tutto il mondo e che sta vivendo una sorta di seconda giovinezza con il ritorno di saghe storiche come Resident Evil e, presto, anche Silent Hill. Tra i ritorni illustri si è aggiunto anche Dead Space, la serie creata da Visceral Games che torna oggi grazie a un remake creato da EA Motive.

Disponibile da oggi su PC, PlayStation e Xbox, il rifacimento realizzato da Electronic Arts promette di proiettare nel terrore tutti coloro non avessero accompagnato l'ingegnere Isaac Clarke alla scoperta della terrificante nave USG Ishimura, grazie a una serie di accorgimenti audiovisivi e strutturali che rendono ancora oggi l'esperienza meritevole di essere vissuta al meglio.

UN REMAKE DI ALTO LIVELLO -

Pur mantenendo inalterate le fondamenta in termini narrativi, con missioni, nemici e personaggi che sono rimasti sostanzialmente identici a quelli del gioco di quindici anni fa, l'opera di svecchiamento proposta da EA Motive passa da tutta una serie di aggiunte e modifiche sostanziali che permettono all'avventura di Isaac di essere assolutamente al passo coi tempi e, se vogliamo, in molti casi persino superiore a produzioni altisonanti come il suo erede spirituale The Callisto Protocol.

La USG Ishimura, una delle ambientazioni più riuscite del settore videoludico negli ultimi vent'anni, prende vita in modo tutto nuovo grazie agli sforzi del team di sviluppo con sede a Montréal, che oltre a intervenire sul comparto tecnico ha ben pensato di espandere la storia attraverso un canovaccio ampliato sensibilmente, approfondendo determinati concetti (la Chiesa di Unitology, il Marchio) e offrendo maggiore spazio ai personaggi (non solo il protagonista Isaac, ma anche i vari comprimari incontrati lungo il cammino) e alle storie che vengono raccontate al giocatore attraverso documenti, registrazioni audio e narrazione ambientale.

Gli sforzi sono evidenti e, sommati all'impegno nella ricostruzione degli enigmi ambientali (ricreati da zero e decisamente più interessanti), rendono l'esplorazione dell'astronave molto più avvincente grazie a una serie di dettagli ed elementi di contorno che contribuiscono ad accrescere costantemente la tensione. Il merito, in tal senso, è anche della nuova tecnologia chiamata Intensity Director, creata da EA Motive per generare in modo casuale degli eventi improvvisi come esplosioni, effetti sonori inquietanti, blackout e così via.

La tensione diventa costante, probabilmente anche superiore rispetto all'originale, specialmente perché rispetto all'opera della fu Visceral Games c'è maggiore attenzione all'idea di ritornare sui propri passi attraverso l'ormai consueto processo di "backtracking", che in alcuni casi è fondamentale per progredire nella storia (la cui struttura delle missioni, spesso banale, è rimasta sfortunatamente identica), in altri invece è opzionale ma premia i giocatori più caparbi con un gran numero di risorse con le quali affrontare i necromorfi contando su una maggiore potenza di fuoco. Muoversi tra le aree della Ishimura continua a essere problematico perché la mappa non è sempre chiarissima, ma i passi in avanti ci sono tutti.

© Ufficio stampa

NUOVI ASSI NELLA MANICA -

Questa struttura è stata sfruttata dalla software house canadese per inserire nuovi potenziamenti che assicurano alle armi di Isaac delle modalità di fuoco alternative, spesso utili per uscire indenni dall'inferno che può crearsi nei momenti in cui sulla Ishimura si palesano vere e proprie orde di creature mostruose. Il bello di Dead Space Remake è che non esiste una sola soluzione offensiva per avere la meglio sui necromorfi: tra la rinnovata Stasi (utilizzabile per congelare i bersagli oppure scagliargli contro oggetti ed esplosivi) o risorse che possono essere rivendute in cambio di altri oggetti più utili in base al proprio approccio ai combattimenti, c'è davvero l'imbarazzo della scelta.

Il lavoro svolto da EA Motive è tale da assecondare numerosi stili di gioco differenti, e sebbene Dead Space non sia mai stato un gioco in cui tocca sfruttare la furtività per aggirare i necromorfi, questo remake riesce ad accontentare anche coloro che vogliono tentare un approccio più cauto: le sezioni a gravità zero, ad esempio, sono state completamente riviste per assicurare un sistema di controllo più preciso e reattivo, permettendo di eludere i nemici e sorprenderli alle spalle in modo più coerente e vario.

A livello tecnico, l'adozione del motore Frostbite (creato da DICE per la serie Battlefield, ma utilizzato ormai da buona parte delle produzioni di EA) ha permesso di aggiornare in modo estremamente significativo il comparto audiovisivo: pur non raggiungendo probabilmente lo stesso balzo generazionale vissuto al tempo con i remake del secondo e terzo capitolo di Resident Evil, questa versione di Dead Space può contare su una serie di novità ed elementi visivi che contribuiscono ad accrescere costantemente la tensione, si tratti del nuovo sistema d'illuminazione, degli effetti volumetrici o dei modelli poligonali dei necromorfi, più spaventosi che mai.

Certo, non tutto va come dovrebbe e anche su PlayStation 5 e Xbox Series X/S ci si trova a scendere a compromessi: la modalità Qualità, che attiva il Ray Tracing per rendere riflessi e giochi di luci e ombre ancora più credibili, limita il frame-rate a 30 fotogrammi per secondo (o meno, quando ci sono troppi elementi su schermo), mentre la modalità Prestazioni riduce la risoluzione nativa per raddoppiare una fluidità che, vista l'assenza di momenti particolarmente frenetici, può essere messa in secondo piano per favorire la resa visiva.

Va meglio in termini di audio, e in questo senso il consiglio è di avvicinarvi a Dead Space Remake rigorosamente in cuffia: i rumori improvvisi, le esplosioni, gli inconfondibili versi che preannunciano un combattimento sono capaci di generare ansia e terrore, e sebbene non manchino le stonature anche in questo caso (nonostante l'aggiunta del doppiaggio, Isaac continua a mostrare uno scarso carisma), l'esperienza che si può vivere con questo remake è di quelle intense, terrificanti e indimenticabili.

Come lo abbiamo giocato

Abbiamo provato Dead Space Remake su Xbox Series X, giocando su un televisore OLED da 55" per sfruttare al meglio i giochi di luce e contrasti offerti dalla modalità con Ray Tracing attivo. Per portare a termine l'avventura al livello di difficoltà Standard, tenendo conto di tutte le novità in termini narrativi, servono circa 12-13 ore (rispetto alle 9-10 ore dell'originale), una durata che può variare mettendo alla prova le proprie abilità nei livelli più ardui. Il gioco è disponibile anche su PC e PlayStation 5.


Può piacere a chi…
… ama le esperienze horror ed è pronto a perdersi tra le stanze della USG Ishimura
… non ha giocato alla versione originale e vuole vivere una storia terrificante
… non vede l'ora di massacrare orde di necromorfi usando vecchie e nuove soluzioni offensive

Potrebbe deludere chi…
… preferisce esperienze più rilassanti e prive di "jumpscare"
… non tollera i giochi in cui è necessario tornare costantemente sui propri passi
… spera di trovare personaggi carismatici e vivere missioni emozionanti

Dead Space Remake è un gioco consigliato a un pubblico maggiorenne.