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Casa di riposo nel Veneziano, 6 arresti: ai domiciliari 2 ex sindaci di Coraggio Italia, funzionari pubblici e imprenditori 

L'inchiesta, su un progetto poi naufragato a Santa Maria di Sala, è nata dopo la denuncia di un imprenditore che ha detto no alla richiesta di tangenti. Blitz dei carabinieri per disporre le misure cautelari 

Ansa

Sei persone sono finite agli arresti per corruzione, in provincia di Venezia, grazie alla denuncia di un imprenditore che alle richieste di tangenti per edificare una casa di riposo aveva risposto no. Ai domiciliari due politici, due funzionari pubblici e due imprenditori, tutti legati a una vicenda legata al Comune di Santa Maria di Sala. In particolare, i due politici coinvolti sono entrambi ex sindaci della località, Nicola Fragomeni (nella foto) e Ugo Zamengo, entrambi eletti con Coraggio Italia

Blitz dei carabinieri  Le misure cautelari sono state disposte nel blitz condotto dal Nucleo investigativo dei carabinieri di Venezia, coordinati dalla Procura lagunare: oltre ai due politici, coinvolti un dirigente dell'amministrazione comunale, il titolare di uno studio di architettura e due imprenditori padovani.

La denuncia di un imprenditore  L'indagine si è svolta tra il 2019 e il 2022 con controlli, intercettazioni e analisi dei tabulati telefonici. Tutto era cominciato dalla denuncia di un imprenditore che ai carabinieri aveva portato la registrazione di un colloquio in cui gli sarebbero state richieste tangenti per il cambio di destinazione d'uso di un terreno da destinare all'edificazione di una Rsa. Per trasformare il terreno da "uso agricolo" a "edificabile" serviva una delibera comunale, che si sarebbe potuta ottenere, secondo quanto emergerebbe dalla conversazione, tramite un versamento extra, il 10-15% su un totale di 100mila euro. A tale richiesta l'imprenditore avrebbe replicato con un rifiuto. 

Il progetto dell'Rsa naufragato  A questo punto i pubblici ufficiali si sarebbero rivolti ad altri proprietari di terreni per rendere edificabile un altro lotto comunale. Il progetto è poi finito in nulla per il mancato ok da parte della Conferenza dei servizi di sindaci dell'area, e dell'Ulss 3 Serenissima, entrambi enti estranei alla vicenda. 

Un cittadino contro il "sistema"  "Un'indagine lunga e complessa - commenta il procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi - gestita in maniera encomiabile, e nata perché un cittadino non ha accettato e ha mantenuto la 'schiena diritta' contro un sistema. Un sistema, nel senso che ci sono più fatti relativi a richieste di denaro per attività pubbliche da parte di pubblici ufficiali". 

I due ex sindaci coinvolti  L'ex sindaco Fragomeni, attualmente presidente del Consiglio comunale e coordinatore provinciale di Coraggio Italia, è accusato di aver anche deciso l'acquisto di mascherine e altri presidi sanitari, con affidamento diretto a una società riconducibile a un familiare, che avrebbe portato a un guadagno illecito di 60mila euro. L'altro politico coinvolto, Zamengo, è attualmente consigliere comunale. 

Brugnaro: "Sono basito"  Il leader di Coraggio Italia, il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, ha detto di essere "letteralmente basito" per l'indagine e ha espresso "piena fiducia nella magistratura, che saprà accertare la verità". Il partito ha comunicato di aver sospeso automaticamente Fragomeni, secondo il codice etico; nessun provvedimento è stato preso contro Zamengo, dal momento che non risulta iscritto al partito, anche se l'anno scorso si era candidato con la lista "fucsia" alle Comunali di Santa Maria di Sala. 

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