"REGOLE E LIBERTA' DI STAMPA"

Intercettazioni, il sottosegretario alla Giustizia contro Nordio: "No bavaglio all'informazione"

Secondo il sottosegretario Ostellari "servono delle regole, ma senza mettere il bavaglio ai professionisti dell'informazione". Intanto il ministro Nordio smentisce di aver mai pensato a dimissioni

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Sul nodo intercettazioni il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari dice no al bavaglio all'informazione. E spiega: "La qualità di una democrazia si misura anche dalla libertà della stampa di pubblicare notizie e opinioni scomode. Servono delle regole, perché non può esistere il diritto alla gogna. La soluzione tuttavia va individuata senza mettere il bavaglio ai tanti professionisti dell'informazione che contribuiscono a rendere la nostra società più informata e vigile". 

Il tema intercettazioni fa ancora discutere, anche all'interno dello stesso governo. Dopo la relazione alla Camera del ministro Nordio, il sottosegretario e senatore leghista Andrea Ostellari ritiene giusto puntualizzare alcune cose. "L'Italia non ha bisogno di conflitti e divieti, ma di serenità, crescita e fiducia nel futuro - ha detto -. Concentriamoci per raggiungere questi obiettivi, assicurando alla magistratura tutti gli strumenti utili a svolgere, con efficacia, la sua necessaria funzione. Sulla qualità e le caratteristiche di questi strumenti, la politica deve avere il diritto di discutere. Facciamolo con responsabilità e pacatezza".

Nordio: "Mai pensato a dimettermi" -

 Dopo le polemiche il ministro della Giustizia Carlo Nordio interviene per affermare di non aver "mai minimamente pensato a dimettermi". "In primo luogo perché con la premier siamo in perfetta sintonia - ha detto -. Poi perché le critiche, soprattutto quelle espresse in modo scomposto ed eccentrico, sono uno stimolo a proseguire. Ed infine perché la mia risoluzione sulla giustizia è passata con 100 voti contro 50 al Senato, e con la stessa percentuale alla Camera, con una standing ovation anche da una parte dell'opposizione. Le voci sulle nostre divisioni interne sono manifestamente smentite dai voti"