La musica può essere d’aiuto. Non solo per noi umani, ma addirittura per le barriere coralline. A svelarlo è il risultato di uno studio dell’Università di Exeter: l’intelligenza artificiale può controllare la salute di questi fragili organismi analizzando i suoni che emettono.
Le barriere coralline sono infatti composte da diversi elementi, che producono rumori anche complessi, dovuti ad esempio al passaggio di altri animali. Delle vere e proprie melodie sottomarine. Secondo la ricerca, condotta dal professor Ben Williams, l’intelligenza artificiale può analizzare questi suoni e ottenere dei dati utili per monitorare i coralli e, in caso di necessità, agire per salvarli.
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Un idrofono sottomarino installato su alcuni tratti ha raccolto i rumori e poi un algoritmo è stato “addestrato” a leggerli, permettendo ai macchinari di capire la differenza tra le barriere sane e quelle danneggiate. L’AI è riuscita a verificare con successo lo stato di salute degli organismi il 92% delle volte. Un computer riesce infatti a rilevare degli schemi che l’orecchio umano non riuscirebbe a captare, con risultati più precisi e veloci.
I primi esperimenti sono stati fatti in Indonesia, dove alcune delle barriere coralline locali hanno subito notevoli danni. L’obiettivo, però, è installare registratori in altri siti in giro per il mondo. Le barriere coralline sono infatti tra le più colpite dai cambiamenti climatici. Secondo il Programma delle Nazioni Unite, tra il 20 e il 50% di questi organismi è andato distrutto e il 60% è minacciato. Monitorare la loro salute è quindi fondamentale per salvare questi preziosi ecosistemi. E se la tecnologia offre una soluzione più pratica, meglio coglierla prima che la musica delle barriere si spenga per sempre.