Accorgersi di aver fatto fare a un rider oltre 50 km in bicicletta, a gennaio, a Bussolengo (Verona), solo per consegnare un panino, era sembrato "troppo" a un ex consigliere comunale di Lega e Fdi. "Quando ho capito, mi sono pentito. Non utilizzerò più questo servizio", le parole di Andrea Bassi. Ad assolverlo dai suoi peccati, però, ci ha pensato lo stesso rider, Filippo Bazerla, che con un post su Facebook ha spiegato un po' di cose: non si sente sfruttato; si sarebbe potuto rifiutare di fare la consegna; se la consegna fosse saltata, non avrebbe subìto ripercussioni.
La "spiegazione" del rider -
"Non mi sento sfruttato - spiega il rider - perché non conta la quantità di denaro nel mio modo di essere quanto piuttosto la qualità del tempo in cui vivo. In soldoni, se vado in ufficio e devo stare in silenzio 8 ore, per fare due ore di pausa pranzo, insomma queste cose alienanti e per me almeno tristi, io rifiuto. L'ho sempre fatto e sempre lo farò!".
Il ragazzo riconosce che "la distanza era tanta", ma precisa: "Se ho accettato quella consegna è perché amo il mio lavoro, posso rifiutarle se voglio. Inoltre l'app è deliveroo nel caso di specie, quindi non era neanche vero che vengo penalizzato rifiutando. L'ho anche detto all'assessore che il problema era che non cerano altri rider a parte me! Ma ripeto come ho rifiutato 3 volte potevo farlo 4 o 5".
Il giovane, poi, riferendosi direttamente a colui che ha fatto e ricevuto l'ordine, ricorda: "Se voleva poteva annullare l’ordine, sia prima che dopo 5 minuti dall'offerta contrattuale, ma se lo faceva dopo, io avrei ricevuto un indennizzo. Ma meglio così, se no arrivavo a Bussolengo e scoprivo di aver fatto la strada per niente e allora non sarebbe andato bene".