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Csm, fumata bianca per l'elezione di 9 membri laici su 10 

Ha mancato l'obiettivo, per una settantina di voti, Felice Giuffrè, il nome indicato all'ultimo momento da Fratelli d'Italia. Scoppia il caso Valentino

Fumata bianca a Montecitorio per l'elezione di nove membri laici sui dieci previsti del Csm, il Consiglio superiore della magistratura. Secondo dati ufficiosi, in nove hanno superato il quorum dei tre quinti dei componenti dell'Assemblea (pari a 564 voti) per far scattare l'elezione. Ha mancato l'obiettivo, per una settantina di voti, Felice Giuffrè. Servirà una nuova votazione per la copertura del decimo posto. 

Votazione il 24 gennaio per il membro laico mancante  Il Parlamento in seduta comune è 
convocato per martedì 24 gennaio alle 16 per eleggere il membro laico mancante del Csm. Lo ha comunicato nell'Aula di Montecitorio il vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè.

 

Il "caso" Valentino  Dei 10 candidati laici da mandare al Csm, il Parlamento convocato in seduta comune ne elegge solo 9. Il nome indicato da Fratelli d'Italia all'ultimo momento, cioè a metà elezione, quello di Felice Giuffrè non ottiene i numeri necessari.

Gli eletti  Gli altri che ce la fanno sono: Isabella Bertolini (521 voti), Daniela Bianchini e Rosanna Natoli (con 519 voti) in quota FdI; Roberto Romboli per il Pd, che risulta il più votato con 531 preferenze. Mentre quello che ne ottiene meno è  Ernesto Carbone, indicato da Azione-Iv, con 399 consensi. Sul suo nome infatti non regge l'intesa con il M5s. Ma passano anche Claudia Eccher (519), Fabio Pinelli (516) per la Lega e Michele Papa (506) indicato dai 5 stelle. Le Camere dunque dovranno tornare a riunirsi per eleggere un solo componente laico.

L'elezione dei 10 laici fa esplodere il caos nella maggioranza. E a scatenare le polemiche è la candidatura di  Giuseppe Valentino, penalista calabrese già sottosegretario alla Giustizia. Fratelli d'Italia lo indica per giorni come nome sul quale puntare per la vicepresidenza dell'organo di autogoverno dei magistrati, senza che nessuno avesse nulla da ridire. Ma è quando i parlamentari cominciano a votare nell'Aula di Montecitorio, attrezzata per l'occasione, che ci si ricorda come Valentino risulti indagato in un processo di 'ndrangheta, tirato in ballo da un collaboratore di giustizia nel 2021.

La notizia, pubblicata su alcuni siti durante la chiama e sottolineata dagli esponenti dei 5 Stelle che annunciano l'intenzione di non votarlo, sembra mandare per aria l'accordo raggiunto faticosamente dopo giorni di intensa trattativa all'interno della maggioranza e tra maggioranza e opposizione.

Allora scatta lo stop al voto. I parlamentari di FdI vengono invitati a non rispondere alla prima chiama anche se per alcuni è troppo tardi. Nella maggioranza in molti si sono già espressi, ma si spera ancora di poter rimediare. Si tratta ancora una volta tra tutti i protagonisti, presenti stavolta in Transatlantico, e alla fine sui telefonini di senatori e deputati del centrodestra compare un altro invito: votate per Felice Giuffrè, ordinario di Istituzioni di Diritto Pubblico a Catania, invece che per Valentino. Ma ormai è caos: intanto che si decide e che tutti i gruppi si convincono a votare il nuovo nome, nessuno passa più sotto i catafalchi e le votazioni di fatto si sospendono per oltre un'ora.

Poi arriva la notizia della rinuncia di Valentino a candidarsi e tutto riprende. Lui si difende da ogni sospetto e parla di  "fango" gettato addosso, mentre i vertici di Fratelli d'Italia inviano note a sostegno del collega di partito, ex senatore, nonché presidente della Fondazione di Alleanza Nazionale dal 2017. E mentre i parlamentari tornano in Aula a esprimere le proprie preferenze si fanno i conti: su Giuffrè non è facile raggiungere il quorum richiesto visto che quasi tutti i senatori e molti deputati avevano votato per Valentino. Sugli altri 9 candidati, invece, l'intesa sembra reggere visto che si è riusciti anche a rispettare il dettato dell'ultima riforma del Csm per prevede il rispetto dell'equilibrio di genere.

A mettere in campo più donne alla fine è Fratelli d'Italia che, oltre alla candidatura maschile, ne indica ben tre: Isabella Bertolini, Daniela Bianchini e Rosanna Natoli. Una se la intesta anche la Lega che, oltre all'avvocato Fabio Pinelli, punta tutto sull'avvocatessa di Trento Claudia Eccher. 

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