DAL 17 GENNAIO AL 5 FEBBRAIO

"Il seme della violenza" in scena all'Elfo Puccini tra omofobia e paura della diversità

A Milano dal 17 gennaio al 5 febbraio la pièce di Moisés Kaufman per la regia Ferdinando Bruni e Francesco Frongia

© Laila Pozzo

Ritorna al Teatro Elfo Puccini di Milano "Il seme della violenza - The Laramie project", un testo profondo, stratificato e toccante che racconta il caso Matthew Shepard, uno studente ucciso brutalmente per motivi di odio omofobico. In scena dal 17 gennaio al 5 febbraio, la pièce che Moisés Kaufman e la sua compagnia ricavarono nel 2000 dopo un viaggio verso Laramie, la città del Wyoming teatro del delitto. Qui trascorsero lunghi periodi a intervistare gli abitanti e ricostruire gli eventi per dare un senso a questa tragedia. Il racconto che ne scaturisce va molto oltre la cronaca: non si limita a trattare una questione legata ai temi dell’omofobia e della paura della diversità, ma parla anche della funzione che il teatro può avere come strumento vivo di confronto.

LO SPETTACOLO DI BRUNI E FRONGIA - Lo spettacolo di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia ha debuttato al Napoli Teatro Festival nel 2020 e proposto a Milano nel 2021, torna in scena quindi nella nuova stagione 2022-2023. Protagonista dell’allestimento è un cast corale che in questa ripresa vede l’ingresso di due nuovi interpreti, Nicola Stravalaci e Umberto Terruso (a sostituire Ferdinando Bruni e Luciano Scarpa).

IN SCENA - Gli otto attori della compagnia mettono a confronto due comunità: quella dei componenti dell’ensemble newyorkese, liberal, democratici e in molti casi loro stessi attivisti LGBT e la popolazione di Laramie, l'anima profonda e contraddittoria degli Stati Uniti, che lotta per conciliare l’orrore e il dolore per il brutale assassinio con la disapprovazione dell’omosessualità, basata su rigide convinzioni religiose.

DOV'E' AMBIENTATO - Lo spettacolo è ambientato nella palestra di una scuola, un luogo simbolico dove si riuniscono le piccole comunità quando si devono svolgere dibattiti pubblici; uno spazio essenziale circondato da ampie pareti che accolgono proiezioni e da due gradinate, usate dagli attori come avamposti da cui lanciare testimonianza civile della propria arte. Un luogo dove il teatro si apre al dibattito sul nostro modo di pensare e di parlare dell’omosessualità, della politica di genere, dell’educazione, delle classi, della violenza, dei privilegi e dei diritti, della differenza tra tolleranza e accettazione.

ODIO O COMPASSIONE? - "Il seme della violenza - The Laramie project" riesce a porre con forza domande fondamentali in questi nostri tempi di divisione e di rabbia: quale sarà la voce che lasceremo prevalere in noi? Quella dell’odio, della crudeltà e della paura o quella della compassione, della gentilezza e della speranza? Grazie ai genitori di Matthew, che hanno continuato la lotta per avere giustizia, oggi gli Stati Uniti hanno una legge contro i crimini d’odio, che porta il nome di loro figlio.