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Angela Celentano, la donna della "pista turca": "Raccolsi le confidenze di un prelato"

A "Mattino Cinque News" Vincenza Trentinella commenta la decisione del Gip di Napoli sulla proroga delle indagini

Angela Celentano è viva in Turchia? Dopo la decisione del Gip di Napoli di prorogare le indagini, a  "Mattino Cinque News" parla Vincenza Trentinella, la donna che per prima aprì la strada alla "pista turca" rivelando agli inquirenti le confidenze ricevute da un parroco sulla  bambina scomparsa nel 1996 mentre era in gita con la famiglia sul Monte Faito, in Campania. "Il parroco non ha tradito la confessione, a me ha fatto delle confidenze rimaste da parte per diverso tempo. Dieci anni dopo decisi di partire per Buyukada, piccola isola della Turchia", racconta la donna. Alla domanda sul perché non fosse partita prima dice: "Mi ero trasferita e poi dovevo avere dei riscontri su quanto mi era stato detto. Per anni ho creduto fosse un racconto privo di fondamento, poi ho visto il caso in televisione e sono andata a fondo". 

La decisione del Gip - Per il giudice sono ancora tanti gli elementi che non tornano, quindi serve che il pubblico ministero indaghi altri sei mesi e sciolga i nodi. I dubbi riguardano sopratutto l’uomo sospettato di essere il finto padre di Angela. Fra le tante indicazioni date, Vincenza Trentinella aveva fatto anche il suo nome, Fahfi Bey, e aveva dato agli inquirenti un numero di telefono che proprio Fafhi Bey le aveva scritto a mano su un biglietto da visita. Lei lo aveva scovato in uno studio veterinario dove si era presentata fingendosi una turista che voleva portare a casa un gattino dell’isola. Quindi: Fahfi Bey le scrive il numero di telefono sul bigliettino e quando la magistratura italiana chiede ai colleghi turchi di interrogarlo, e manda i suoi investigatori per la rogatoria, succede che viene interrogato l’uomo che usa quell’utenza. Che però non è Fahfi Bey ma Fahri Dal, il veterinario che evidentemente conosce Bey e gli lascia utilizzare lo studio. Fahri Dal non ha nessuna cicatrice, ovviamente, e non ha mai conosciuto la signora di quel gattino. Ma nell’annotazione di fine rogatoria c’è scritto che quell’uomo è Fahfi Bey. E c’è anche un nuovo numero telefonico che secondo il Servizio di Cooperazione internazionale di polizia è un’utenza aperta a nome Fahfi Bey. "Vuol dire che un soggetto con questo nome esiste», deduce la giudice. "E questa circostanza dev’essere approfondita". In sostanza: è stato interrogato l’uomo sbagliato. 

La scomparsa - Il 10 agosto 1996, in un giorno di sole sul Monte Faito, comincia uno dei misteri italiani più fitti degli ultimi decenni. Angela Celentano aveva 3 anni e con suo padre Catello, sua madre Maria e le sue sorelle Rossana e Naomi, partecipava a una gita organizzata dalla Comunità frequentata dai suoi genitori: quella della Chiesa evangelica pentacostale di Vico Equense, vicino a Napoli. Da un momento all’altro più niente, la piccola svanisce nel nulla. E in questa storia infinita di finte piste, Dna, appelli, indagini e segnalazioni senza risultato, ora c’è un nuovo colpo di scena. 

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