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Brasile, la Corte Suprema indaga Bolsonaro per l'assalto alle sedi istituzionali

Il procuratore generale ipotizza i reati di "istigazione e paternità intellettuale" dell'attacco, in particolare per un video pubblicato dall'ex presidente "che mette in dubbio la regolarità delle elezioni"

La Corte Suprema del Brasile ha deciso di includere l'ex presidente Jair Bolsonaro tra gli indagati per l'assalto agli edifici istituzionali compiuto dai suoi sostenitori l'8 gennaio. Una richiesta in questo senso era stata avanzata dal procuratore generale del Brasile, Augusto Aras, che ipotizza i reati di "istigazione e paternità intellettuale" in merito all'assalto, in particolare per aver pubblicato un video "che mette in dubbio la regolarità delle elezioni presidenziali del 2022".

Caos in Brasile, sostenitori di Bolsonaro irrompono nel Palazzo del Congresso

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Il video afferma che Luiz Inacio Lula da Silva non è stato eletto, ma piuttosto è stato scelto dalla Corte Suprema e dall'autorità elettorale brasiliana. Bolsonaro aveva poi rimosso il video il giorno successivo.

Dopo l'indagine l'ex presidente ha cambiato il suo numero di cellulare per paura di essere intercettato dalla giustizia brasiliana che indaga sull'attacco ai Palazzi delle istituzioni di domenica scorsa.

L'ex capo di Stato ha anche ridotto il numero di chiamate e messaggi scambiati dalle app, delegando consiglieri e figli a parlare di questioni politiche delicate, per evitare di esporsi. Intanto sui social network rimbalzano immagini di supporter riuniti in preghiera per l'ex presidente in Florida, mentre venerdì Bolsonaro avrebbe soddisfatto le richieste di autografi, firmando bandiere, calendari, magliette, e scarpe da ginnastica.

Secondo i media brasiliani ogni giorno ci sono decine di supporter che restano in attesa per ore davanti all'abitazione che ospita l'ex presidente, sorvegliata dai servizi segreti Usa. Bolsonaro alloggia in un appartamento dell'ex lottatore di arti marziali Josè Aldo, suo simpatizzante, a pochi minuti dai parchi Disney.

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