L'industria in Italia fatica a riprendersi. A novembre 2022 la produzione industriale risulta ancora in calo per il terzo mese consecutivo: -0,3% rispetto a ottobre e -3,7% rispetto a un anno prima. I dati dell'Istat delineano una discesa che preoccupa imprese e consumatori e che, in generale, incide negativamente sulle performance dell'economia. Mentre da più parti si richiama l'ombra di una recessione nell'Eurozona. Spada di Damocle resta l'inflazione che, seppur in lieve decelerazione a fine 2022, continua a viaggiare sulle due cifre (+11,6% a dicembre). Con il caro energia in testa.
A preoccupare di certo sono le prospettive di crescita in rallentamento anche nel nostro Paese, che creano "incertezza" e "rendono cauti" famiglie e imprese che producono beni di consumo e che "si aspettano una riduzione dei prezzi". Del resto, nello scenario già delineato dall'Istat nelle stime diffuse a dicembre scorso, la crescita del Pil italiano si muove su ritmi ancora sostenuti nel 2022 (+3,9%), per poi rallentare significativamente nel 2023 (+0,4%).
La situazione in Europa -
Una situazione di difficoltà più o meno generalizzata e che vede anche altri Stati in affanno. La Germania, da sempre considerata la locomotiva d'Europa, chiude il 2022 con il Pil in rialzo dell'1,9% rispetto all'anno precedente, ma l'economia tedesca è in stagnazione nel quarto trimestre dell'anno, con una crescita zero. Segnali di frenata, anche in altri Paesi, che al momento non possono far dire che una prossima recessione nell'Eurozona sia certa ma eventualmente "lieve". Tra commissione Ue, Bce e Fmi, "c'è convergenza" sul fatto che nei 20 Paesi dell'area euro ci sia "un rallentamento dell'attività economica, che ci attendiamo si trasformi in una ripresa graduale nel corso dell'anno. Ora se si trasformerà in recessione non è chiaro: potrebbe essere che saremo in grado di evitarla del tutto. In ogni caso se ci sarà una recessione dovrebbe essere lieve", afferma un alto funzionario europeo in vista dell'Eurogruppo che si terrà lunedì prossimo. Nell'incertezza dell'economia, torna a salire il bene rifugio per eccellenza, l'oro: il prezzo del metallo prezioso vola sui mercati delle materie prime e supera ampiamente la soglia dei 1.900 dollari l'oncia.
I dati -
L'industria italiana, intanto, fa i conti con una produzione in calo che, seppure nel confronto mensile di entità minore rispetto alle variazioni negative dei due mesi precedenti (-1,8% e -1,1% rispettivamente), risulta marcata nell'arco dei 12 mesi e comunque non fa ben sperare. I dati Istat indicano che a novembre scorso la flessione maggiore riguarda l'energia (-4,5% sul mese e -16,2% sull'anno).
I beni di consumo -
Con il segno meno è anche la produzione per i beni di consumo (-0,4% mensile e -2,6% annuo), a partire da quelli cosiddetti "non durevoli", in altre parole dagli alimentari e bevande ad alcune industrie tessili, in calo nel confronto mensile. Male anche i beni "durevoli", dagli elettrodomestici ai mobili, che mostrano una perdita di appeal nell'arco dell'anno.
L'ombra delle recessione -
"Si profila lo spettro della recessione", commenta l'Unione nazionale consumatori, che richiama l'attenzione proprio sui consumi: "Solo se decollano, le imprese possono tornare a produrre a pieno regime, altrimenti non avranno ordinativi. E l'economia rallenterà ancora". Parla di "pessimo segnale" anche il Codacons, secondo cui inflazione e caro-bollette rappresentano "una seria minaccia per il Paese, affossando" gli indicatori economici. È chiaro, rimarca l'Unc, che "se i consumatori non acquistano, le imprese non producono".