L'accordo per ridurre al minimo il rischio di deforestazione e degrado forestale connesso ai prodotti importati e esportati nell'Unione europea
L'obiettivo dell'accordo è di contenere la deforestazione, aiutare a compensare le emissioni di gas serra e ridurre le perdite di biodiversità
Il Parlamento dell'Unione europea e gli Stati membri hanno raggiunto un accordo per vietare l'importazione di materie prime come cacao, caffè, soia, olio di palma, legno e bovini quando questi contribuiscono alla deforestazione nei paesi dove crescono foreste tropicali. Chi vende questi beni nei paesi dell’Unione sarà obbligato a verificare che non siano stati prodotti sfruttando terreni deforestati dopo il 2020, o modificando in modo non sostenibile una foresta, ovunque nel mondo.
Le aziende dovranno anche verificare che i diritti umani, e in particolar modo diritti delle popolazioni indigene interessate siano stati rispettati. L'obiettivo dell'accordo è quello di contenere la deforestazione provocata da responsabilità comunitarie, aiutare a compensare le emissioni di gas serra, la causa del cambiamento climatico, e ridurre le perdite di biodiversità. Il fine ultimo è ambizioso, ma ancora più sfidante sarà la catena dei controlli su filiere produttive di decine di paesi diversi.
Le aziende dovranno raccogliere le coordinate geografiche del terreno in cui sono state prodotte le merci che importano sul mercato europeo. Questa tracciabilità dovrebbe garantire che solo i prodotti privi di deforestazione entrino nel mercato di Bruxelles e che le autorità di contrasto degli Stati membri dispongano dei mezzi necessari per arrivare a un corretto monitoraggio. Queste ultime avranno accesso a informazioni come le coordinate di geolocalizzazione e potranno utilizzare strumenti di monitoraggio satellitare e analisi del DNA per verificare la provenienza dei prodotti. Per i trasgressori l'importo massimo dell'ammenda sarà il 4% del fatturato totale annuo. Ora il Parlamento e il Consiglio dovranno formalmente adottare il regolamento perché possa entrare in vigore. A quel punto le aziende dei settori economici coinvolti avranno 18 mesi di tempo per adattarsi alle nuove regole (24 nel caso delle aziende più piccole).
I paesi europei saranno tenuti a controllare il rispetto del regolamento da parte del 9 per cento delle aziende che esportano dai paesi in cui c’è un alto rischio di deforestazione, scelte a campione. Del resto, Bruxelles è responsabile del 16% della deforestazione globale attraverso le sue importazioni (principalmente di soia e olio di palma) e si guadagna la poco onorevole medaglia d'argento di distruttore di foreste tropicali seconda solo alla Cina.
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