Il costo della benzina scende ancora ma crescono le polemiche sulle misure prese martedì dal governo per favorire la trasparenza. I gestori delle stazioni di servizio che aderiscono a Faib-Confesercenti, Fegica e Figisc-Confcommercio che chiedono un incontro per fare il punto sulle misure ipotizzando anche uno sciopero dei benzinai per fine mese, anche se nulla è ancora stato deciso.
I consumatori sono soddisfatti a metà perché, da un lato, apprezzano la richiesta di maggiore chiarezza dei listini dei carburanti ma dall'altro chiedono di intervenire a monte, sulla formazione dei prezzi. Venerdì presenteranno le proprie proposte in un incontro con il ministro delle Imprese e del made in Italy (Mimit) Adolfo Urso anche sulla base del testo effettivo del decreto.
"Vedremo la traduzione in una norma, ma gli annunci non contengono nulla che abbia effetto sui prezzi", commenta il presidente della Fegica (Federazione italiana gestori carburanti e affini), Roberto Di Vincenzo, rilevando che le accise rimangono tra le più alte del mondo, mentre gli speculatori internazionali e la criminalità che sottrae ogni anno 13 miliardi di euro all'erario italiano rimangono al riparo".
Cartelli, giungla di numeri -
Rispetto all'indicazione di esporre cartelli con il prezzo medio nazionale stabilito dal ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, Di Vincenzo rileva che "i benzinai aggiungeranno un paio di cartelli, ma saranno gli automobilisti a doversi districare nella giungla di numeri" e suggerisce di applicare "strumenti efficaci e disponibili come quello dell'accisa mobile. Se poi si ha davvero il polso fermo, il governo imponga immediatamente il prezzo amministrato".