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Mutui, Bankitalia: a novembre i tassi salgono al 3,55%, ai massimi da 8 anni

Si torna vicini ai livelli record del 2014. La corsa dei tassi continuerà anche nel 2023. Ma la legge di Bilancio viene in aiuto con facilitazioni per rinegoziare il finanziamento e avere condizioni più favorevoli

I tassi sui nuovi mutui erogati dalle banche alle famiglie risultano ancora in crescita. Come si legge nelle statistiche di Bankitalia, a novembre i tassi di interesse comprensivi delle spese accessorie (Tasso annuale effettivo globale) sono cresciuti al 3,55% contro il 3,23% di ottobre. I tassi sulle nuove erogazioni di credito al consumo si sono attestati al 9,25%, rispetto all'8,93% del mese precedente.

Tassi, mutui e credito al consumo: i prestiti sono sempre più cari

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Massimi da oltre otto anni  Secondo le tabelle di Via Nazionale quindi siamo risaliti ai massimi dal giugno del 2014, quando i tassi erano al 3,5548%. Per le erogazioni di credito al consumo, il picco precedente risale al settembre 2014, quando il tasso era del 9,034%. 

Aumenti per i variabili  I variabili, secondo un'analisi di Facile.it, le rate a tasso variabile sono cresciute del 36%, da una media di 456 a 619 euro al mese. A distanza di soli 12 mesi, chi ha sottoscritto un variabile da 126mila euro in 25 anni a gennaio 2022 oggi paga oltre 160 euro in più rispetto alla rata di partenza, con un tasso di interesse passato dallo 0,67% al 3,33%. 

Bce, le prossime mosse  Il problema è che la corsa dei variabili non sembra destinata a fermarsi, dal momento che la Bce ha già annunciato che nel 2023 continuerà ad aumentare gli indici, con inevitabili ricadute sulle tasche di chi ha un mutuo da pagare. Guardando alle aspettative di mercato, i Futures sugli Euribor, gli esperti prevedono che entro giugno 2023 l'Euribor a 3 mesi crescerà ancora di quasi un punto e mezzo. In tal caso, la rata mensile del mutuo preso in esame arriverebbe a 718 euro, oltre 260 euro in più rispetto a quello sottoscritto a gennaio. 

Rinegoziazione e surroga i possibili rimedi  Per dare una mano a chi è rimasto fortemente penalizzato dagli aumenti di questi mesi, la legge di Bilancio 2023 prevede la possibilità di rinegoziare il mutuo con la propria banca e passare dal variabile al fisso senza costi aggiuntivi con un finanziamento inferiore ai 200mila euro e un Isee sotto i 35mila euro. Chi è in difficoltà può inoltre ricorrere alla surroga, che consente di trasferire il mutuo da una banca a un'altra, con tassi più favorevoli, senza particolari oneri. Da non trascurare l'ipotesi di contrattare un mutuo a tasso variabile con cap, cioè un tetto massimo oltre il quale la rata non può salire per tutto il corso del finanziamento. 

Rialzi anche per i tassi fissi  D'altra parte, i rialzi si sono visti anche per i tassi fissi nel corso del 2022. E se chi ha un mutuo in corso continua a pagare la stessa rata, ben diversa è la situazione per chi sceglie oggi la formula del tasso fisso: si ritrova ad avere a che fare con indici ben più alti rispetto al passato. Considerando sempre i 126mila euro in 25 anni per una casa del valore di 180mila euro, i tassi partono oggi dal 3,26%, quindi con una rata iniziale di 614 euro; 12 mesi fa le migliori offerte erano dell'1,05%, con una rata di 477 euro. Lo stesso finanziamento costa quindi 137 euro in più al mese, cioè 40mila euro in più di interessi considerando l'intera durata del prestito. 

I tassi per le imprese  Intanto, anche per le imprese i costi sono aumentati: i tassi sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono stati del 2,94% dal 2,54% di ottobre. I tassi sui prestiti alle imprese fino a un milione di euro sono del 3,37%, mentre sui nuovi prestiti di importo superiore si fermano al 2,67%. Saliti molto meno i tassi passivi sui depositi già in corso: siamo allo 0,42% a novembre a fronte dello 0,37% del mese precedente. 

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