Dal 1° gennaio, con l'entrata nella zona euro, la Croazia ha registrato un aumento dei prezzi di alcuni beni e servizi. Questi rincari hanno costretto il premier Andrej Plenkovic a convocare una sorta di gabinetto di crisi con i ministri competenti, i vertici della dogana e della finanza. Il governo ha quindi deciso che i commercianti dovranno ripristinare i prezzi al dettaglio alla data del 31 dicembre del 2022, vale a dire prima dell'introduzione della moneta unica.
Il primo ministro Andrej Plenkovic ha sottolineato che una parte delle entità imprenditoriali "ha approfittato della transizione da kune a euro e ha aumentato ingiustificatamente i prezzi", ricordando che il governo "ha gli strumenti e non esiterà a utilizzarli già da venerdì". Tra le misure possibili "l"annullamento di alcuni sussidi" o "nuovi aumenti fiscali". "Non permetteremo - ha detto il premier croato - che il raggiungimento di un obiettivo strategico da parte del governo e dello Stato venga messo a repentaglio da alcuni con il loro comportamento irresponsabile".
Cosa successe in Italia -
Le polemiche croate ricordano quanto successe nel nostro Paese nel gennaio del 2002, quando l'Italia adottò l'euro abbandonando la tradizionale lira. Secondo alcuni economisti, il cambio euro-lira (1 euro = 1.936,27 lire) deciso dalle autorità monetarie europee non fu particolarmente lungimirante, favorendo di fatto i rincari nei prezzi soprattutto al consumo.