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Covid, studio Usa rivela che il virus dilaga in tutto il corpo e può lasciare tracce per oltre 200 giorni

La persistenza di SarsCoV2 nell'organismo umano è stata verificata attraverso le autopsie di 44 persone decedute nella prima fase della pandemia

Ospedale San Raffaele

Il Covid non colpisce solo le vie respiratorie ma dilaga in tutto l'organismo. Uno studio pubblicato sulla rivista Nature da un team guidato dagli Istituti nazionali di Salute americani (Nih) rende noto che il virus SarsCoV2 in alcuni casi lascia tracce capaci di persistere per più di 200 giorni. A dimostrarlo i risultati delle autopsie su 44 pazienti non vaccinati che avevano contratto l'infezione tra aprile 2020 e marzo 2021. La ricerca apre nuove prospettive per il trattamento del long-Covid.

Rna virale nell'organismo - La ricerca, definita come la più ampia mai realizzata sulla persistenza di SarsCoV2 nelle cellule del corpo umano, quantifica l'Rna virale in 85 distretti e fluidi dell'organismo. Questa traccia di tipo genetico permette di capire dove il virus si è replicato mentre la persona era ancora in vita.

Tracce do Covid per oltre 200 giorni - I risultati evidenziano la presenza di abbondante Rna virale in 79 distretti corporei già nelle prime due settimane dalla comparsa dei primi sintomi. Non si tratta dunque solo dei polmoni, ma anche di cuore, milza, reni, fegato, colon, muscoli, nervi, apparato riproduttivo, occhi e cervello. I polmoni mostrano i segni più evidenti d'infiammazione e danneggiamento, mentre il cervello e gli altri organi non sembrano subire cambiamenti significativi nonostante l'alta carica virale. In una particolare autopsia, resti del coronavirus sono stati trovati nel cervello di un paziente deceduto 230 giorni dopo l'insorgenza dei sintomi del Covid.

In esame diversi casi di long-Covid - "I nostri dati indicano che in alcuni pazienti SarsCoV2 può causare un'infezione sistemica e persistere nel corpo per mesi", sottolineano i ricercatori. Tuttavia non sono state rilevate tracce importanti del virus nel plasma sanguigno e resta ancora da chiarire come riesca a diffondersi in tutto il corpo. "Speriamo di poter replicare lo studio sulla persistenza virale e indagare la relazione con il long-Covid", afferma uno degli autori, Stephen Hewitt degli Nih. "In meno di un anno abbiamo raccolto circa 85 casi e stiamo lavorando per aumentare i nostri sforzi".

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