Non c’è più tempo per rimandare la transizione ecologica. Le rinnovabili devono diventare una risorsa energetica a livello globale per far fronte al cambiamento climatico. Solare, eolica, idroelettrica. Oggi la vera sfida della transizione verso le soluzioni rinnovabili non riguarda tanto come produrle, ma come immagazzinarle ovviando al problema dell’intermittenza e delle variabili meteorologiche. Oggi i meccanismi di storage sono basati perlopiù sull’uso di terre rare come il litio e il cobalto, materiali critici non facilmente accessibili e difficili da riciclare.
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Per questo motivo la clean tech italiana Energy Dome a Ottana, in Sardegna, ha realizzato il primo impianto di stoccaggio di grandi quantitativi di energia rinnovabile a lunga durata che utilizza la CO2 come fluido di lavoro all’interno di un processo termodinamico. “È una tecnologia che utilizza ironicamente la CO2, lo stesso fluido che causa l’effetto serra può essere utilizzato grazie alle sue proprietà termodinamiche per stoccare grandi quantità di energia per tanto tempo” racconta Claudio Spadacini, Founder e CEO Energy Dome. La CO2 Battery rappresenta quindi una rivoluzionaria tecnologia competitiva ed efficiente capace di trasformare il problema della CO2 in una vera e propria risorsa per le fonti rinnovabili non programmabili. L’impianto ha una durata di 30 anni e presenta una forma simile a una cupola: un pallone aerostatico fatto con lo stesso materiale dei campi da tennis.
“Per caricare la batteria, prendiamo la CO2 a temperatura e pressione quasi atmosferica e la comprimiamo. Il calore generato durante la compressione viene immagazzinato. Quando scambiamo l'energia termica con l'atmosfera, il gas CO2 diventa liquido. Per generare e distribuire elettricità, la CO2 liquida viene riscaldata e riconvertita in un gas che alimenta una turbina, la quale genera energia. Il gas CO2 è sempre contenuto e l'intero sistema è sigillato” spiega Claudio Spadacini, Founder e CEO Energy Dome.
L’uso dell’energia verde dipende dal suo stoccaggio e l’idea di utilizzare un gas disponibile naturalmente e facilmente in Italia potrebbe accelerare questo cambio di rotta non più rimandabile.