In Iran un gran numero di persone si è radunato davanti alla prigione di Rajaeishahr, nella città di Karaj, dopo notizie della probabile esecuzione di due giovani manifestanti condannati a morte per aver preso parte alle proteste in corso nel Paese. In un video pubblicato online, le persone gridano "ogni manifestante che viene ucciso, migliaia lo sostituiranno" e "la nostra patria non sarà salvata, a meno che i mullah non muoiano". Nei video si sentono rumori di spari da parte della polizia.
Altri tre manifestanti condannati a morte -
Intanto, altre tre persone sono state condannate a morte per l'uccisione di membri delle forze di sicurezza ad Isfahan durante le proteste in corso da quasi 4 mesi. Saleh Mirhashemi Baltaghi, Majid Kazemi Sheikhshabani e Saeed Yaghoubi Kordsofla erano accusati di "attacco terroristico armato" e di avere sparato uccidendo tre membri delle forze di sicurezza, come riporta Irna. Sono stati condannati alla pena capitale per "Muharebeh" (inimicizia contro Dio) per avere "minato la sicurezza del Paese" utilizzando armi e guidando un gruppo criminale. Nell'ambito dello stesso caso il calciatore Amir Nasr Azadani è stato condannato a 26 anni di carcere.
I precedenti -
Il 7 gennaio, le autorità locali hanno giustiziato altri due uomini accusati di aver ucciso un membro dei paramilitari basij (integrati nel corpo dei Guardiani della rivoluzione iraniana). Il mese scorso, Majidreza Rahnavard, 23 anni, è stato impiccato in pubblico dopo essere stato condannato da un tribunale di Mashhad (nel nord-est del Paese) per aver ucciso due membri delle forze di sicurezza. Quattro giorni prima, Mohsen Shekari, anche lui di 23 anni, era stato giustiziato per aver ferito un membro delle forze di sicurezza.
Mahsa Amini -
La Repubblica islamica è teatro di proteste da quando Mahsa Amini, una curda iraniana di 22 anni, è morta il 16 settembre dopo il suo arresto a Teheran da parte della polizia morale, che l'accusava di aver infranto il codice di abbigliamento che impone alle donne di portare il velo.
Khamenei: "Combattere i rivoltosi duramente" -
La Guida suprema dell'Iran Ali Khamenei ha affermato che i manifestanti devono essere combattuti duramente. "Hanno indubbiamente commesso tradimento e le rispettive organizzazioni devono seriamente, e in modo equo, combattere questo tradimento", ha affermato, aggiungendo che "la mano degli stranieri, americani ed europei, nelle rivolte è così ovvia che non può essere ignorata".
Papa: "In Iran si chiede rispetto dignità, basta pena morte" -
"Il diritto alla vita è minacciato laddove si continua a praticare la pena di morte, come sta accadendo in questi giorni in Iran, in seguito alle recenti manifestazioni, che chiedono maggiore rispetto per la dignità delle donne". Lo ha affermato Papa Francesco, precisando che "la pena di morte non può essere utilizzata per una presunta giustizia di Stato, poiché essa non costituisce un deterrente, né offre giustizia alle vittime, ma alimenta solamente la sete di vendetta. Faccio, perciò, appello perché la pena di morte, che è sempre inammissibile poiché attenta all'inviolabilità e alla dignità della persona, sia abolita nelle legislazioni di tutti i Paesi del mondo".