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Ventimiglia, il bimbo picchiato dal compagno della nonna ha riconosciuto il papà: "Sta un po' meglio"

Diminuita la sedazione, ma il piccolo, che era stato preso a calci e bastonate perché aveva disobbedito, resta in prognosi riservata e in pericolo di vita

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"La notizia positiva è che il bambino sta un po' meglio, resta in prognosi riservata e in pericolo di vita, ma è stata diminuita la sedazione. Il bambino ha riconosciuto il padre che gli ha chiesto se volesse una carezza e lui ha annuito". Sono parole dell'avvocato Maria Gioffrè, legale dei genitori del bimbo di sei anni di Ventimiglia, ricoverato all'ospedale Gaslini di Genova in prognosi riservata dal 19 dicembre, dopo essere stato aggredito brutalmente a calci e bastonate dal compagno della nonna perché aveva disobbedito. 

Il bimbo di Ventimiglia picchiato dal compagno della nonna riconosce il papà - I medici del Gaslini, dove il piccolo è ricoverato, hanno ridotto momentaneamente la sedazione per vedere la reazione. Poi il bambino è stato sedato nuovamente per evitare che si agitasse o soffrisse a causa delle ferite: le percosse gli hanno provocato fratture a otto vertebre e a un braccio, lesioni alla milza e la frattura di una costola che gli ha perforato un polmone.

Sul risvolto giudiziario della vicenda, che al momento vede il compagno 75enne della nonna indagato per lesioni gravissime, reato contestato in concorso anche alla donna, madre del papà del bambino, gli inquirenti mantengono il massimo riserbo. Non rilasciano dichiarazioni nemmeno i legali dei due indagati, gli avvocati Sara Manuello e Luca Brazzit, nominati dalla nonna del piccolo che ha revocato l'incarico all'avvocato Maria Spinosi.

L'intera vicenda è ancora in fase di ricostruzione da parte del commissariato di polizia di Ventimiglia: gli uomini del vicequestore Daniele Barberi hanno sentito a lungo, e a più riprese, i due indagati. Resta da comprendere il perché di tanta improvvisa violenza da parte di un uomo che fino a quel giorno non aveva mai dato segni di squilibrio.

Secondo una prima ricostruzione, il 75enne avrebbe reagito perché infastidito dal bambino, che gli stava appresso mentre sistemava dei mobili invece di stare in un'altra area dell'appartamento di via Gallardi in cui la coppia vive. Una disobbedienza che secondo gli investigatori non può giustificare una aggressione così violenta.

A Ventimiglia è scattata la corsa alla solidarietà, con tanti cittadini che hanno risposto a una raccolta fondi promossa da un amico della famiglia per aiutare i genitori a coprire le spese del soggiorno genovese per stare vicino al figlio. In poche ore sono state più di 50 le donazioni e sono stati raccolti più di 1500 euro. 

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