Donald Trump ha avuto conti correnti bancari all'estero tra il 2015 e il 2020 e tra essi uno in Cina dal 2015 al 2017. E' quanto emerge dalle dichiarazioni delle tasse dell'ex presidente degli Stati Uniti pubblicate dalla commissione di Sorveglianza della Camera Usa. I documenti fanno luce sulle finanze di Trump e completano le informazioni parziali trapelate negli anni.
Il conto bancario cinese - L'ex presidente Donald Trump dunque deteneva conti bancari esteri mentre era in carica. Il conto bancario cinese, che è stato riportato dal New York Times nel 2020, era legato al Trump International Hotels Management che stava sviluppando nel Paese asiatico. Trump, che dipingeva Biden come un "burattino" della Cina, si trova ora a fare i conti con rapporti commerciali scomodi con Pechino. Nella dichiarazione tra l'altro si evince che molte delle entrate presidenziali derivano da tassi di interesse su prestiti concessi ai figli.
"Ho avuto successo" - Il diretto interessato si è infuriato per la pubblicazione dei documenti. "I democratici non avrebbero dovuto farlo, la Corte Suprema non avrebbe dovuto approvare" la diffusione delle tasse perché questo potrebbe "portare a cose orribili per molte persone", ha detto Trump. "I democratici radicali di sinistra usano come arma qualsiasi cosa. Io ho avuto successo e sono stato in grado di usare alcune deduzioni fiscali per creare migliaia di posti di lavoro", ha aggiunto l'ex presidente degli Stati Uniti.
Incentivo ai posti di lavoro? - Trump ha insistito proprio sul fatto che le sue dichiarazioni dei redditi "dimostrano ancora una volta il mio orgoglioso successo e la mia capacità di utilizzare l'ammortamento e varie altre deduzioni fiscali come incentivo per la creazione di migliaia di posti di lavoro e di magnifiche strutture e imprese".