DA JERRY HALL A NAOMI CAMPBELL

Vivienne Westwood, punk e battaglie: gli abiti più trasgressivi

Addio alla stilista attivista, visionaria e combattente. Se n’è andata a 81 anni come aveva vissuto: in prima linea, senza limiti

London Bridge is down, è morta l’altra regina. Quella dai grandi occhi celesti, i capelli rossi, la pelle di porcellana. La moda piange Vivienne Westwood, che ha vestito generazioni di giovani ribelli con pelle e borchie, tartan e colori sgargianti. Se n’è andata a 81 anni la stilista degli abiti per spose irriverenti, la più trasgressiva e visionaria, l’attivista combattente contro le ingiustizie del mondo.

Ha iniziato da autodidatta, Vivienne Westwood, lavoratrice instancabile: “L’unico motivo per cui faccio moda è fare a pezzi la parola conformismo”, ha dichiarato. Nostra Signora del punk, con i poliziotti intervenuti a mettere i sigilli alla sua leggendaria boutique aperta a Londra negli anni Settanta, al 430 di King’s Road, per via di una collezione piuttosto hard, fatta di abiti in cuoio e latex, t-shirt porno e catene. Le irriverenze rivolte alla Regina Elisabetta, “perdonate” nel 1992 con il conferimento dell’Ordine Britannico. L’unica stilista vivente a cui il Victoria and Albert Museum abbia dedicato la più grande mostra mai allestita. La cattedra a Vienna, l’impegno a favore delle battaglie ambientaliste e contro la pena di morte. Se n’è andata così come aveva vissuto: in prima linea, combattiva, senza limiti.