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Smartphone in classe, per due studenti su tre è giusto avere regole per l’uso dei cellulari a scuola

Più difficile, semmai, accettare l’idea di dover consegnare il proprio device all’entrata

tgcom24

Disponibili al compromesso, ma con riserva. Sulla questione del divieto all’uso degli smartphone a scuola, gli studenti sembrano aprire la dialogo. All’indomani della circolare emanata dal ministro dell'Istruzione del Merito, Giuseppe Valditara, che invita una volta di più gli istituti a formalizzare delle regole per la “presenza” dei cellulari in classe, un sondaggio del portale Skuola.net - effettuato su un campione di 3.000 alunni delle superiori - segnala, infatti, come ben 2 studenti su 3 si dicano favorevoli a una qualche forma di regolamentazione scolastica. Che a questo punto sarà richiesta a tutti gli istituti, anche a quelli che avevano ignorato o dimenticato strada facendo la circolare Fioroni del 2007. Ma con degli importanti distinguo.

No ai divieti, sì alla regolamentazione

Fondamentale, per i ragazzi, è che non si esageri. Perché solamente il 15%, ritenendo i dispositivi elettronici dannosi per l’apprendimento, accetterebbe senza se e senza ma qualsiasi tipo di divieto. La maggior parte, invece, pur consapevole della necessità delle regole chiede comprensione da parte della scuola, la giusta misura, nell’applicazione dell’invito ministeriale: così per 1 su 2.

Persino una soluzione estrema come quella che impone la consegna del cellulare prima dell’inizio delle lezioni - già adottata da alcuni istituti tra mille polemiche - potrebbe trovare dei sostenitori. Circa 1 su 4, infatti, comprenderebbe una scelta in tal senso e lo farebbe senza lamentarsi. A cui si aggiunge una metà scarsa (49%) che non lo riterrebbe giusto ma si adeguerebbe lo stesso. Solo 1 su 5, alla fine, cercherebbe in tutti i modi di sottrarsi.

Fronte dei contrari che, peraltro, è anche diviso al suo interno sull’opportunità della circolare: appena il 6% respinge in modo assoluto qualsiasi restrizione. Mentre la fetta più grande dell’opposizione (30%) rilancia con una controproposta: anziché introdurre divieti si lavori sull’educazione all’uso.

Le reazioni degli studenti

Resta il fatto che, ragionando a caldo, questa “sorpresa di Natale” fatta dal Ministro non è stata molto gradita agli studenti. E’ stata la stessa Skuola.net a raccogliere i loro sfoghi. “Le scuole cadono a pezzi e il riscaldamento non va, però togliamo l'uso dei cellulari”, si lamenta un ragazzo. “Ci si dovrebbe chiedere perché uno studente preferisce stare al telefono piuttosto che seguire la lezione. Nelle scuole italiane si fa lezione come 60 anni fa senza cercare di migliorarsi e di invogliare gli studenti a seguire”, gli fa eco un altro studente.

Qualcuno lancia addirittura una sfida, avvertendo che “ci sarà sempre un modo per distrarci, tranquillo Ministro”. Qualcun altro, al contrario, si mostra rassegnato annunciando “Benvenuti nel medioevo!”. C’è, poi, chi fa notare che “usare il telefono come studenti può comportare una mancanza di rispetto verso il docente. Però andrebbe detto che anche il contrario lo è”. Una studentessa ripropone la grande questione: “Io dico che si impara di più dal telefono”. Mentre un’altra chiude lapidaria: “Completamente inutile!”.

“Sicuramente eliminare lo smartphone dalle aule potrebbe rendere più facile la vita dei docenti nel loro titanico sforzo di catturare l’attenzione di una generazione che, anche a causa del digitale, ne riserva molto poca. Tuttavia una riflessione va fatta sulla causa della distrazione degli studenti odierni: è davvero colpa tutta colpa dello smartphone? Oppure lo smartphone è solo l’effetto di attività didattiche poco coinvolgenti? Senza contare che oggi possedere questo strumento e sapersi destreggiare nei suoi applicativi è una competenza abilitante di cittadinanza digitale. Tema di cui anche le scuole dovrebbero occuparsi nell’ambito dell’educazione civica”, così Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net. 

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